Il costume da bagno da donna è uno dei pezzi forti dell’armadio di ogni signora. Ne esistono di mille forme e colori, interi o a bikini, ma sappiamo scegliere il modello adatto al nostro fisico? In questa guida troverete consigli su quali modelli acquistare e in quali tessuti e colori. Infine ci saranno anche alcune ”dritte” su come preservare il proprio costume, al momento dell’utilizzo e del lavaggio.
Un tempo erano da educanda, coprenti e lunghi fino alle caviglie. Poi l’evoluzione dei costumi da bagno per donna gli ha portati ad essere sgambati, sexy e ridottissimi. Nel corso del tempo il costume da bagno per donna è cambiato profondamente. Di sicuro ne è passata molta di acqua sotto i ponti: la storia del costume da bagno ha inizio nel lontano 1825, quando Carolina di Berry, consorte di Carlo Ferdinado di Borbone, fece scalpore indossando un castigatissimo costume di lana pesante, lungo fino alle caviglie, corredato da calze e scarpe di vernice. Il motivo? Alle donne non era concesso immergersi nell’acqua, ma al massimo lambirla senza bagnarsi. Bisognerà aspettare i primi anni del Novecento perché le cose cambino. Il primo a sovvertire le regole è il sarto Poiret, il quale, resosi conto della difficoltà delle signore a fare il bagno con i pesanti abiti di lana, realizza un costume più leggero e “pratico”: elimina il corsetto e i busti e utilizza come tessuto la maglia, più pratica rispetto alla lana. Se al sarto parigino va il merito di aver contribuito all’evoluzione dei costumi da bagno, bisognerà aspettare la mitica Coco Chanel per dare il via alla vera rivoluzione. La sarta, che con i suoi vestiti ha sempre cercato di liberare le donne dagli ingombranti abiti di stampo ottocentesco, disegna un costume piuttosto ardito per i tempi, formato da una canottiera, con scollatura pronunciata e braccia scoperte, e da un paio di calzoncini corti. Il cambiamento è iniziato. I modelli diventano sempre più temerari, e compare il costume intero, sgambato.
Il 3 luglio del 1946 lo stilista francese Louis Reard presenta davanti a un pubblico incuriosito la sua ultima creazione: il costume da bagno bikini. Il nuovo indumento, che prende il nome dall’atollo omonimo del Pacifico dove il 30 giugno vennero fatte brillare due bombe all’idrogeno, è esplosivo in tutti i sensi: un costume due pezzi che scopre l’ombelico in un mix di sensualità e audacia. Negli Anni Cinquanta il bikini fa dunque il suo ingresso nella società, e addirittura nelle case regali: celebre è un’immagine della principessa Margaret di Inghilterra ritratta in due pezzi durante le sue vacanze in Costa Smeralda. Come sono lontani i tempi di Carolina di Berry! I materiali diventano sempre più moderni: dalla maglia si passa al nylon e al jersey, che resistono meglio all’acqua, si asciugano prima e sottolineano le curve mettendo in evidenza il fisico. Gli Anni Settanta sono gli anni della liberazione sessuale e i costumi ne risentono: i due pezzi diventano sempre più ridotti, gli slip castigati degli anni sessanta lasciano lo spazio al costume da bagno in tanga. Il reggiseno si assottiglia preferendo le forme a triangolo fino a scomparire del tutto: è arrivato il topless.
Come sceglierlo
Oggi il costume da bagno è diventato un accessorio indispensabile per tutte le donne. Ne esistono di numerosi tipi e modelli, realizzati con diversi tessuti tra cui scegliere, in base alle proprie esigenze. I modelli di costume da bagno in vendita generalmente sono realizzati in elastam, nylon e silicone. In particolare l’elastam, conosciuto anche con il nome di spandex, è una fibra sintetica duttile e resistente, che ha una capacità molto alta di resistere alle abrasioni e che è caratterizzata da una grande leggerezza. Oggi le case di moda propongono anche molti costumi in fibra naturale, soprattutto cotone: i modelli più accattivanti sono quelli realizzati all’uncinetto, che richiamano lo stile Anni Settanta e sono adattissimi alle più giovani. Esistono poi tessuti molto particolari che, sfruttando la tecnica piumatek, permettono di realizzare costumi senza cuciture, più piacevoli dal punto di vista della vestibilità e del comfort. Ci sono infine tessuti davvero speciali, ideali per le fanatiche dell’abbronzatura, come quelli microtraforati che permetteno la tintarella integrale anche con addosso il costume a due pezzi.
Un discorso a parte merita la scelta del tessuto se il costume deve essere utilizzato per praticare sport. In questo caso le qualità più importanti da valutare sono la resistenza e la qualità: i produttori di costumi per piscina e per costumi olimpionici oggi hanno sperimentato tessuti all’avanguardia, idrorepellenti, che favoriscono lo sforzo fisico. Come quello utilizzato dalla Speedo per il Bodyshell, un costume speciale in poliestere che riduce al minimo l’attrito con l’acqua permettendo di acquistarne in velocità. Sia le sportive, sia le nuotatrici in piscina nel fine settimana dovranno comunque fare attenzione che il costume per il nuoto sia in grado di proteggere dai nocivi raggi ultravioletti, che possono provocare malattie della pelle. Ultima raccomandazione, soprattutto se si è sensibili all’ecologia: bisogna sempre controllare che sul capo che si sta acquistando ci sia il marchio Oeko Tex. Quest’ultimo, infatti, rappresenta la garanzia che non solo i colori utilizzati per la tintura sono anallergici, ma anche che durante il ciclo di produzione non sono state utilizzate sostanze inquinanti.
Tipi di costume da bagno in base al proprio fisico
Una volta individuato il tessuto migliore bisogna scegliere anche la forma che meglio si adatta al proprio corpo e alla propria corporatura. Costumi interi o costumi a bikini, reggiseni a triangolo o costumi da bagno push up a balconcino, tanga o perizoma: i tipi di costumi in commercio sono davvero per tutti i gusti. Chi ha una figura esile e asciutta, e un seno piccolo, potrà valorizzare al meglio la propria scollatura con un reggiseno a triangolo, imbottito o no. Questo modello può anche essere indossato da donne con il seno grande, facendo attenzione ad alcuni accorgimenti per evitare cadute di gusto: ad esempio si può scegliere un triangolo con la fascia più ampia, che contiene il seno senza farlo sembrare cadente, oppure una coppa imbottita che contenga il seno senza farlo scappare al primo tuffo in acqua. Se si ha un seno abbondante è sempre meglio preferire un reggiseno a balconcino, che con l’ausilio del ferretto eviterà fughe fastidiose. Il costume da bagno con reggiseno a balconcino, soprattutto se push up, sta bene anche alle magre, che così possono valorizzare il proprio decolleté e fingere di avere magari una misura in più. Assolutamente da evitare se si ha più di una terza misura il costume da bagno a fascia, che spesso finisce col l’appiattire il seno e col farlo sembrare cadente se non si è esili.
Anche nella scelta dello slip del costume ci sono delle controindicazioni da seguire per evitare di cadere sulla buccia di banana. Non avete una taglia 42 o una corporatura magra oppure siete alla ricerca di un costume da bagno taglie forti? Meglio evitare il tanga o costume da bagno brasiliano e optare per uno slip a culottes, che nasconde un sedere mediterraneo rendendolo più sensuale, oppure scegliere uno slip sgambato che slancia la figura allungando anche le gambe. Lo slip a vita bassa è invece consigliato a chi ha un busto corto, perché visivamente allunga il busto rendendo più armoniosa la figura.
Se non si ama il costume due pezzi, e si preferisce il costume intero valgono le stesse indicazioni di sopra: se volete allungare la figura e sembrare più alte scegliete un modello sgambato, magari con coppe imbottite che fanno sembrare il decolleté più florido e abbondante. Se non si è più giovanissime, invece, meglio evitare le sgambature eccessive, e preferire modelli strutturati che migliorano la figura magari con drappeggi su davanti che regalano anche qualche chilo in meno. Il costume intero è anche preferito per chi è in gravidanza ma nulla vieta che per il costume da bagno premaman ci si orienti su un bikini con normale mutandina e reggiseno soprattutto se si è ai primi mesi.
Costume a righe o tinta unita: quale la soluzione migliore?
Anche la scelta del colore aiuta nel valorizzare il fisico. Se si ha una corporatura mediterranea e formosa è preferibile scegliere un modello a tinta unica, magari scura, che snellisce visivamente la propria silhouette. In questo caso scegliere un costume da bagno nero si rivela sempre la scelta migliore: versatile ed elegante, fa sembrare più magre e non fa sfigurare in nessuna occasione, al mare o sui bordi delle piscine più lussuose. Ci sono poi anche colori che aiutano nel valorizzare l’abbronzatura, come ad esempio il turchese in tutte le sue sfumature, il fucsia e l’arancione. Le bionde saranno valorizzate dai toni del blu, del verde, che ha anche un effetto rilassante, e del marrone; rosso fuoco, giallo, soprattutto ocra, saranno invece costumi da bagno perfetti per le ragazze castane. Bisogna fare attenzione ai colori chiari, e soprattutto al bianco, che una volta a contatto con l’acqua diventa un costume da bagno trasparente. Per questo è utile ricordarsi, quando si acquista un costume di questo colore, di sceglierlo in un tessuto pesante che non regali inaspettate sorprese imbarazzanti. Le più sbarazzine potranno invece optare per un costume a fantasia, facendo ben attenzione a quella che scelgono. Ci sono, infatti, motivi difficili, come le righe orizzontali, che non sempre valorizzano le silhouette, soprattutto se non si è altissime e non si ha una corporatura esile. Al contrario, una fantasia a righe orizzontali per ragazze troppo magre farà sembrare loro meno scheletriche e più formose. I fiori e i disegni vanno benissimo se si è magre, mentre bisogna fare più attenzione se si ha qualche chilo di troppo, soprattutto sul sedere. Se poi si ama stare al centro dell’attenzione e non passare inosservate si possono scegliere fantasie animalier, leopardate o zebrate: in spiaggia anche i costumi da bagno più trasgressivi sono permessi, purché ci si senta sicure di se stesse e non si abbia paura del giudizio della gente. Infine ogni costume può essere poi valorizzato con i giusti accessori, a cominciare dal copricostume per eccezione: il pareo. Il copricostume è uno strumento indispensabile nel guardaroba da mare, perché permette di muoversi liberamente sulla spiaggia o anche nei locali. Un’elegante alternativa è il caftano, che può essere indossato anche per un aperitivo nel tardo pomeriggio.
Conservare a lungo i costumi da bagno senza rovinarli
Una volta trovato il costume giusto per i propri gusti la domanda è: come fare a preservarlo al meglio da una stagione all’altra? I consigli in questo senso sono pochi ma utilissimi. Innanzitutto il costume da bagno non deve essere mai lavato in lavatrice, ma a mano, a una temperatura di 30°, e deve esser fatto asciugare all’ombra. La cosa migliore è quella di utilizzare un sapone neutro, non troppo aggressivo, e che soprattutto non contenga cloro. È sempre meglio poi non usare l’ammorbidente, che potrebbe rovinare le fibre, soprattutto l’elastam, riducendone l’elasticità e rovinandone definitivamente la linea. Se si frequenta una piscina è sempre meglio risciacquare subito il costume appena usciti dall’acqua per togliere tutto il cloro, per evitare che possa corrodere i tessuti o scolorirli. I costumi da bagno vanno lavati accuratamente per evitare infezioni vaginali, come la candida o funghi: per evitare questi fastidiosi inconvenienti la soluzione migliore è quella di aggiungere al detersivo un po’ di napisan, che disinfetta ed evita qualsiasi rischio di infezione.
Conservare bene un costume non significa soltanto fare attenzione durante il lavaggio, ma soprattutto durante l’utilizzo. In spiaggia, ad esempio, è sempre bene fare attenzione con la crema solare: se la fibra non è di qualità eccellente il costume rischia di perdere elasticità se non viene lavato subito dopo essere tornati a casa. I costumi da bagno da donna, soprattutto quelli in microfibra, sono poi a rischio smagging, vale a dire smagliatura: attenzione, perché questo danno rende il costume del tutto inutilizzabile. Per evitare danni di questo tipo cercate di non prendere il sole a contatto con le rocce, e di sfregare il tessuto contro superfici ruvide.
Bisogna infine ricordarsi che non tutti i colori reagiscono alla stessa maniera alla luce del sole. Se quindi vi aspettano lunghissime giornate sul lettino a prendere la tintarella, evitate i colori chiarissimi, come il rosa confetto, o quelli fluorescenti, come il fucsia o il verde. Per ottenere queste sfumature, infatti, i tessuti vengono sottoposti ad un candeggio ottico, che li rende più delicati e più suscettibili all’azione del sole o di altri agenti esterni.