28. Luglio 2020 · Commenti disabilitati su Impermeabile – Come Sceglierlo e Come si Indossa · Categorie:Abbigliamento

L’impermeabile è un capo di abbigliamento, appositamente realizzato per ripararsi da intemperie come pioggia e vento. Si usa soprattutto in primavera e autunno, e serve a proteggere dai primi freddi di stagione, o dalle piogge ancora lievi in primavera. I modelli più vecchi consistevano in semplici teli di plastica: anche la moda però ha bisogno delle sue evoluzioni, e quindi quelli in commercio ora sono tessuti particolari, dalle forme e fatture molto simili a quelle di una giacca.

Per chi vuole un look più sportivo, ci sono anche dei modelli con cappuccio, molto efficaci in caso di rovesci improvvisi. Ciò che rende praticamente unico l’impermeabile è il tessuto, realizzato in modo da non inzupparsi, proprio perché impermeabile. Per avere questo risultato, la stoffa deve essere opportunamente trattata. Agli inizi del XVII secolo, compare il primo prototipo di impermeabile: il modello era mutuato dalla tipica raffigurazione di San Rocco, e tale mantello venne perciò chiamato sanrocchino. In quel periodo, per rendere impermeabili gli indumenti, venivano utilizzati diversi materiali come il caucciù, polvere di sughero o particolari vernici.

Cerata

L’impermeabile utilizzato dai marinai e realizzato in tela cerata, viene denominato cerata. Esso è estremamente comodo per le manovre in barca e vanta una solida robustezza. Rendere impermeabili gli indumenti è da sempre stata una preoccupazione per l’uomo. I tentativi si susseguono dall’epoca greco – romana, al Rinascimento: tra essi spicca un prototipo di impermeabile diffuso in Lombardia nel XVII secolo, il sanrocchino. Questo capo, che prese il nome da San Rocco, rappresentato nell’iconografia sempre con un mantello, si diffuse rapidamente per proteggere dalle piogge e dalle frequenti nebbie lombarde. Passando al secolo successivo, troviamo ancora dei tentativi per rendere un capo in permeabilis, (dal latino, “che non può essere penetrato”). Si utilizzò parafina, guttaperca, sughero, vernice da barca. Avere un indumento impermeabile era davvero desiderabile, come dimostra un aneddoto significativo a riguardo. Fu proprio un impermeabile ad essere donato al Re di Napoli Carlo di Borbone dal principe di San Severo, Raimondo di Sangro.

Trench

Quando nel 1901 il Ministero della Guerra inglese ordinò alla ditta Burberry un capo d’abbigliamento collocabile a metà strada tra l’impermeabile e il cappotto militare, nacque il trench. Il nome, per l’appunto, viene dall’inglese trench coat, ovvero “cappotto da trincea”. Lo abbiamo tutti davanti agli occhi, nel Tenente Colombo, indossato da Humphrey Bogart e da Peter Falk, o ancora nella Pantera Rosa, portato da Peter Sellers. Ma quali sono le caratteristiche di questo indumento? Esso, di evidente derivazione militare, ha delle spalline pronunciate, l’allacciatura a doppiopetto, il sottogola e la cintura, tutti elementi che contribuiscono a rendere il trench ben riconoscibile. Per una chiusura migliore, esso presenta una falda triangolare sovrapposta alla normale allacciatura. Il tessuto con il quale è realizzato è il gabardine, di solito color kaki, ma oggi in molte colorazioni; tale tessuto permette un’agevole protezione da pioggia ed intemperie, ma non dal freddo. Per questo occorre indossarlo sopra la giacca o il gilet imbottito.

Kway

Questo tipo di impermeabile, di piccolo formato con cappuccio, è stato inventato nel 1961, in Francia, presso Pas de Calais. Ha la peculiarità di essere facilmente ripiegabile nella tasca marsupio inserita appositamente sul davanti, dotata anche di una cintura elastica, che permette a chi lo indossa di legarlo in vita con facilità. Il materiale è il nylon, il colore tradizionale è blu o rosso, e il taglio delle maniche è piuttosto largo, così da essere indossato anche sopra il giubbotto. Oggi la BasicNet S.p.A, società di Torino, possiede la titolarità del marchio registrato.

Gli impermeabili di un tempo

Mantello classico
Ai nostri tempi, non è così usuale trovare dei modelli di impermeabile a mantello, anche se questa tipologia era certamente quella più in voga in passato. Molto pratici e semplici, i mantelli non hanno le maniche, e si allacciano direttamente sotto al collo, grazie a dei lacci che, se è presente nel modello, servono anche per stringere il cappuccio. Questa tipologia di impermeabile, tuttavia, non è molto indicata per i primi freddi, poiché non aderisce al corpo e, essendo senza maniche, lascia passare anche molta aria.

Tabarro
Dobbiamo ritornare addirittura all’epoca dei romani per ritrovare i primi modelli di questo mantello. Storicamente, questo modello è sempre stato associato ai ceti più elevati, come i cavalieri nel Medioevo, ma anche medici e aristocratici. Tale associazione cambia con l’avvento del Rinascimento, quando il tabarro si diffonde anche tra gente meno agiata. Come si sa, le mode a volte ritornano, e anche per il tabarro si è registrato un nuovo momento di gloria intorno al 1800: in quell’epoca è infatti diventato uno dei simboli del dandismo. Certamente questo mantello prettamente maschile ai giorni nostri non è molto diffuso, anche se ha un’eleganza particolare perché oltre ad allacciarsi sopra il mento, crea un bel movimento avvolgente agganciandosi a dei bottoni sulla spalla.

Kalasiris
Anche la storia di questo impermeabile è molto antica, e interessa numerosi popoli come Assiri, Babilonesi e Egizi. Questo modello, come diremmo oggi, era unisex, ed assomigliava vagamente alla nostra camicia. Diversamente dal mantello del nostro immaginario, il kalasiris poteva avere le maniche e inoltre era molto pratico perché vestiva abbastanza aderente sul corpo.

Burnus
Risulta essere un mantello tipico delle popolazioni dell’Africa settentrionale, generalmente di colore bianco e dotato di un cappuccio di lana. I termini per indicare questa tipologia di impermeabile sono svariati, e cambiano a seconda delle popolazioni e dei dialetti. Il modello prevede una cucitura in prossimità del collo, e questa è una prima peculiarità: infatti, diversamente dai tradizionali mantelli che richiedono un sistema di allacciamento, questo non ha bisogno di particolari sistemi di chiusura. Il cappuccio può essere di varie dimensioni, anche se in genere rimane comunque molto largo. In alcuni modelli all’estremità è arricchito con un piccolo pompon.

Frock coat
La storia di questo modello inizia nel 1816, quando venne indossato per la prima volta dai militari. Il colletto era in stile prussiano: con i risvolti alti da allacciare sul collo. La vera diffusione di questo impermeabile comincia però solo nel 1830. Date le sue origini, ben si capisce come questo modello sia prettamente maschile, di solito lungo fino al ginocchio e, come nella migliore tradizione, dotato di bottoni. Le maniche sono molto ampie. Risulta leggermente più stretto in vita ed è quasi sempre a doppio petto, con i bottoni quindi su entrambi i lati.

09. Giugno 2020 · Commenti disabilitati su Come Scegliere Pigiama per Bambini · Categorie:Abbigliamento

Di pigiami per bambini il mercato è pieno. È possibile scegliere tra diverse marche, modelli, tessuti e colori. Possiamo scegliere pigiami interi, privi di bottoni ma che si chiudono con la zip, molto utili per quei bambini che tendono a scoprirsi di notte, oppure pigiami a due pezzi o addirittura a tre pezzi. Sta a noi scegliere quello più adatto alle nostre esigenze.

Quando decidiamo di acquistare un pigiama, la prima cosa da fare è leggere l’etichetta e accertarsi che quest’ultimo sia realizzato in fibra naturale. Teniamo presente che la pelle del bambino è molto delicata, per cui il contatto giornaliero con fibre sintetiche potrebbe, a lungo andare, creare irritazioni e dermatiti. Per questo motivo è sempre buona norma acquistare un pigiama in tessuto naturale. Non preoccupiamoci della sua reperibilità, di pigiami in fibra naturale il mercato è pieno, basta solo saperlo scegliere. Certo si tratta ovviamente di fibra naturale lavorata, ma la sua struttura non cambia, resta sempre la stessa.

Tra i tessuti naturali evidenziamo
-Il cotone
Di origine vegetale, il cotone è uno dei tessuti più utilizzati al mondo. Dotato di particolare freschezza, esso permette alla pelle di respirare e di non trattenere il sudore.
-La canapa
Questo tessuto, di origine vegetale, oggi sta andando molto di moda. Accuratamente trattato offre dei risultati particolarmente soddisfacenti.
-La lana
La lana, di origine animale, è in assoluto il primo tessuto tramato realizzato e utilizzato dall’uomo. La particolarità di questa stoffa sta nell’avere una forte capacità assorbente, in grado di assorbire l’umidità della pelle e quindi di ridurre il sudore fino al 30%.
-La seta
Questo tessuto, la cui origine è animale, è un tessuto tipicamente estivo, molto morbido e molto fresco.
-Il lino
Il lino, di origine vegetale, come la seta, è un tessuto di tipo estivo, che dona molta freschezza.
-Il lyocell
Si tratta di un tessuto particolare, che allo stato iniziale si presenta come fibra cellulosa, la quale, se lavorata con un solvente di tipo organico, può essere utilizzata come tessuto.
Attenzione alle sostanze tossiche

Oggi viene rivolta una particolare attenzione alla realizzazione dei pigiami per bambini. È importante che quest’ultimi vengano prodotti con sostanze non tossiche, probabili cause di danni alla salute di chi li indossa. Questa particolare attenzione nasce da un avvenimento accaduto anni addietro. Tempo fa, fece scalpore la notizia (era su tutti i giornali) che i pigiami per bambini fossero realizzati con sostanze nocive, le quali, anche se non immediatamente, avrebbero potuto provocare danni alla pelle e quindi alla salute.
Le varie aziende tessili, lavoravano i tessuti utilizzando prodotti (come detergenti, fissanti e coloranti) altamente tossici. Gran parte di questi, purtroppo, invece di venire smaltiti, restavano sui tessuti con il rischio di provocare seri danni alla pelle del bambino. Si pensi all’angoscia dei genitori, abituati a far indossare ai loro piccoli pigiami convinti della loro sicurezza (proprio perché realizzati per i bambini) e scoprire, invece, che questi avrebbero potuto arrecargli danno.

L’ideale sarebbe, da parte delle aziende produttrici, utilizzare delle sostanze meno nocive, le quali pur restando sui tessuti non provocano danni alla pelle: irritazioni, dermatiti o patologie più gravi. Nonostante ciò, anche se l’attenzione per la lavorazione dei pigiami per bambini, è oggi più assidua, non ci si può comunque fidare. Anche scegliendo una marca nota o pagandolo ad un prezzo elevato. Per questo motivo, quando ci accingiamo ad acquistare un pigiama è preferibile acquistarne uno di cotone semplice.
Questo tessuto non solo non richiede additivi tossici per la lavorazione, ma è anche molto leggero e traspirante. L’ideale, dunque, per il contatto con la pelle. Ci sono però dei casi in cui magari il pigiama ci viene regalato. Se si ha la possibilità, è conveniente sostituirlo con quello di cotone. Se non è possibile, perché magari il bambino piange e vuole proprio quello, colorato e con i disegnini, è opportuno, prima di farlo indossare, immergerlo in acqua e lasciarlo in ammollo. In questo modo è possibile scaricare tutte le sostanze tossiche rimaste sul pigiama.

Anche se può sembrare semplice, in realtà la scelta di un pigiama per il nostro bambino deve seguire dei precisi criteri. Come prima cosa un pigiama, e non solo quello per bambini, deve essere confortevole e pratico. Per questo motivo è bene sceglierlo sempre della taglia giusta, né troppo piccola né troppo grande, che lasci al bambino libertà di movimento. Soprattutto, poiché abbiamo a che fare con dei bambini, il pigiama deve essere anche sicuro. Questo significa che sono assolutamente da evitare quei pigiami con accessori vari, come bottoni, fiocchetti ecc., che possono soffocare il bambino durante la notte.
Un diverso tipo di pigiama verrà scelto per l’inverno e per l’estate. In inverno, se il bambino dorme nel suo lettino da solo, è preferibile che indossi il classico pigiamone, quello intero che si chiude con la zip. Anche se può sembrare scomodo, questo tipo di pigiama copre interamente il bambino e lo difende dal freddo qualora dovesse scoprirsi durante la notte. Durante l’estate, invece, è sufficiente un pigiama semplice di cotone, il classico due pezzi, che può essere lavato e stirato facilmente. Se possibile, per evitare eventuali allergie e dermatiti, è preferibile che il tessuto del pigiama non tocchi direttamente la pelle del bambino. Per evitare tutto ciò è consigliabile mettere sotto la maglietta una canotta di cotone o di fresco lana.

In commercio esistono pigiami per bambini di ogni modello, tessuto e colore. Per dettagli sui vari modelli è possibile vedere questa guida su Coseperbambini.com. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Possiamo trovare pigiami di ogni colore e fantasia, pigiami a righe, pigiami con pupazzetti disegnati, quelli con i personaggi dei cartoni animati prediletti o ancora quelli dedicati alla squadra di calcio preferita ecc. ci sono poi pigiami di ogni tessuto, di pile, di cotone, di seta, di lana ecc. ciò che conta, non dimentichiamolo è sempre la comodità. Di fronte a questa vasta scelta di pigiami, potrebbe risultare molto utile, prima di acquistarne uno, portare con sé il bambino e far scegliere a lui stesso il modello che più gli piace.

14. Maggio 2020 · Commenti disabilitati su Cosa Sono le Tecnofibre · Categorie:Abbigliamento

Si indicano con questo nome le fibre create artificialmente. Oggi il termine ha preso ad indicare in via generale ciò che anticamente era identificato distinguendo tra fibre artificiali (che venivano trattate e modificate usando dei reagenti) e fibre sintetiche (create ex novo con molecole ottenute per sintesi).

Queste sono le più recenti per sperimentazione (si parla degli anni Trenta e Quaranta), e vengono realizzate a partire da materiali di natura organica che sono poi polimerizzate chimicamente in laboratorio. I polimeri così realizzati sono stati poi alla base delle materie plastiche, non fibrose e utilizzate per le resine sintetiche che vengono realizzate in serie a partire da materie derivanti da composti petroliferi.

Le proprietà meccaniche variano in base al reagente utilizzato, e le fibre resistono bene a mutazioni biologiche e atmosferiche. Gli inconvenienti sono la non biodegradabilità e il fatto di essere create sinteticamente, quindi non potendone prevedere la reazione. È peraltro da sottolineare che proprio perché costruite in laboratorio utilizzando dei coloranti, le resine come le fibre sintetiche possono provocare allergie. Inoltre non possono nemmeno essere impiegate per il vestiario quelle fibre che, se a contatto col fuoco bruciano a fiamma viva, in quanto provocherebbero gravi ustioni. A tali inconvenienti la moderna tecnologia ha trovato una soluzione, e infatti sono state progettate delle fibre ipoallergeniche e ignifughe con le quali vengono prodotti pannolini e indumenti.

In base alla reazione con il calore, le resine sintetiche si classificano in:
-Termoplastiche
Fanno parte di questa categoria quasi tutte le fibre sintetiche. Rappresenta quei materiali la cui struttura è caratterizzata da una catena unitaria di macromolecole, che consente di modificare più volte l’elemento rendendolo plastico e idoneo per la lavorazione a caldo senza cambiarne definitivamente la struttura molecolare.
-Termoindurenti
La struttura molecolare assume forma tridimensionale e una volta sottoposti a lavorazioni plastiche o con fonti di calore non è più possibile riportarli allo stato originario.

Le fibre sintetiche vengono create raggruppando più micromolecole (o monomeri) di sostanze organiche. Le unità possono essere accostate in modo tale da reagire fra di loro (in questo caso si parla di omopolimeri), oppure senza giovarsi di questa caratteristica (copolimeri).

Tale processo di polimerizzazione può differenziarsi a seconda del tipo di concatenazione che i monomeri assumono: avremo quindi la polimerizzazione per poliaddizione se le micromolecole si uniscono senza determinare una perdita di peso o di atomi, viceversa avremo la polimerizzazione per policondensazione. I diversi tipi di polimeri che stanno alla base delle fibre sintetiche ne consentono di conseguenza la suddivisione in “famiglie”.

La classificazione in polimeri di poliaddizione e polimeri di policondensazione si deve al chimico statunitense Carothers, che la suggerì nel 1929. Ancora oggi, nonostante le problematicità di ricondurre a due sole categorie la varietà di meccanismi di formazione dei polimeri, tale classificazione è utilizzata restringendo tuttavia l’ambito di applicazione: in particolare i poliaddotti si riferiscono a un procedimento di poliaddizione di monomeri di vinile o diolefine, invece i policondensati raggruppano gli altri prodotti ottenuti mediante policondensazione formati non solo da atomi di carbonio, ma anche da altri come l’ossigeno o azoto.

14. Aprile 2019 · Commenti disabilitati su Come Scegliere Abbigliamento da Equitazione · Categorie:Abbigliamento

L’equitazione è uno sport antico che richiede un abbigliamento particolare per poter cavalcare nel modo migliore e in tutta sicurezza. Richiede, inoltre, due tipi di abbigliamento diversi, l’abbigliamento da allenamento e quello da competizione oltre a tutta una serie di accessori indispensabili.

L’equitazione è uno sport che prevede, ovviamente, un fantino con il suo cavallo.Il cavallo è, infatti, un animale ammaestrabile che sembra proprio fatto apposta per essere cavalcato. L’equitazione è costituita da varie differenti discipline divisibili in discipline olimpiche e discipline non olimpiche.

Nelle discipline olimpiche rientrano il salto degli ostacoli, il concorso completo e il dressage. Il salto ad ostacoli prevede che cavaliere e cavallo superino una serie di ostacoli all’interno di un terreno circoscritto. Gli ostacoli sono di diverse tipologie ed ognuno ha un punteggio differente a seconda della difficoltà del salto. Il concorso completo è, invece, costituito da tre differenti prove. La prima prova è una prova di addestramento e verte sulle tre diverse andature possibili che sono, com’è noto, il passo ossia l’andatura più lenta, il trotto e, infine, il galoppo ossia l’andatura più veloce. La seconda prova prevede il superamento di un percorso ad ostacoli naturali come dune e laghetti. La terza prova, invece, è un salto ad ostacoli. Il dressage consiste nel mostrare il portamento del cavallo attraverso una serie di movimenti che possono essere in parte prestabili e su richiesta e in parte invece in stile libero con sottofondo musicale.

Nelle discipline non olimpiche rientrano, invece, la disciplina degli attacchi ossia una sequenza di tre prove fatte con una carrozza trainata dal cavallo, la disciplina del reining ossia un percorso su sabbia al galoppo in modo molto spettacolare, la disciplina del volteggio ossia ginnastica acrobatica fatta direttamente sul cavallo in movimento, e la disciplina dell’endurance ossia un percorso molto lungo in campagna simile ad una maratona. Se un tempo l’equitazione era uno sport praticato solo dalle classi altolocate oggi è uno sport molto diffuso. È vero, però, che è uno sport molto costoso non tanto per le attrezzatture quanto per il cavallo e, soprattutto, per pagare il maneggio che lo ospiterà.

Stivali, caschi da equitazione e altri capi d’abbigliamento

Gli stivali sono, ovviamente, un capo d’abbigliamento da equitazione indispensabile per il cavaliere. Esistono diverse tipologie di stivali differenti che si differenziano tra loro soprattutto per il materiale utilizzato. Gli stivali più professionali sono solitamente infatti di pelle mentre quelli meno professionali possono essere anche in pvc. La cosa importante è che siano facilmente pulibili perchè basta una sola cavalcata a sporcarli di fango o di terra. Ovviamente gli stivali in pvc sono pulibili in modo molto semplice. Bisogna stare bene attenti però che siano fatti di un unico pezzo senza parti incollate altrimenti si rischia che con l’usura a cui verranno continuamente sottoposti si scollino. Il pvc ha anche l’importante caratteristica di essere completamente impermeabile. Questo tipo di stivale in pvc è solitamente costruito in modo tale da risulatare semplice infilarlo grazie ad un gambale particolarmente ampio. Gli stivali in pvc però non possono considerarsi stivali per cavallerizzi professionisti. Gli stivali professionali sono prodotti soprattutto in cuoio.

Anche il casco è un accessorio fondamentale annoverato nell’abbigliamento per equitazione in quanto purtroppo è molto semplice cadere da cavallo e il casco evita che le cadute possano avere ripercussioni gravi. I caschi da equitazione hanno solitamente tre attacchi in modo da impedire che il casco possa slacciarsi o muoversi e in modo che anche il mento sia protetto il più possibile. Sono solitamente dotati di visiera flessibile. Per alcune tipologie di competizione esistono caschi appositi. In alcuni tipi di competizione invece del casco si dovrà acquistare un cappello apposito. Questo è il caso per esempio del dressage in cui è necessario indossare un cappello a cilindro o un cappello a bombetta. Risulta essere molto importante controllare sempre che i caschi da equitazione siano omologati. Per una maggiore protezione è possibile acquistare anche il giubbino protettivo. Oltre ai giubbini di protezione esistono anche dei corpetti di protezione. Anche i guanti sono uno strumento importante per l’equitazione. I migliori guanti per equitazione possiedono la parte del palmo in pelle.

Pantaloni

Risulta essere necessario che i pantaloni da equitazione siano allo stesso tempo aderenti ma comodi. Entrambe queste caratteristiche sono, infatti, fondamentali per la riuscita di un’ottima cavalcata. Le gambe, infatti, nell’equitazione sono sottoposte sia ad uno sforzo muscolare molto grande sia allo sfregamento per quanto riguarda la parte interna. I migliori materiali, quindi, per la fabbricazione dei cotoni da equitazione sono il cotone e la microfibra. Il cotone è adatto in quanto è un materiale totalmente naturale e anallergico, ma la microfibra lo ha soppiantato molto in questi ultimi anni in quanto si tratta di un materiale elastico, flessibile e molto resistente. È vero, però, che nella maggior parte dei casi oltre al cotone i pantaloni presentano una percentuale di elastene che li rende appunto elastici e maggiormente resistenti. Molti pantaloni da equitazione, soprattutto quelli più professionali destinati a coloro che praticano equitazione spesso durante tutto l’anno, sono provvisti di rinforzi nella parte interna della gamba e al fondoschiena, cioè, come abbiamo accennato, nelle parti più sottoposte a sfregamenti e, quindi, ad usura. In alcuni casi questi inserti possono essere in ecopelle o comunque avere un colore e un tessuto differente rispetto al resto del pantalone. I pantaloni da equitazione sono, ovviamente, disponibili in vari colori differenti e come in tutti i capi d’abbigliamento per equitazione nei modelli per uomo, donna e bambino.

Sopra ai pantaloni e agli stivali si portano solitamente le ghette che partono subito sotto il ginocchio fino ad arrivare alla caviglia e chiudersi sotto il piede con una parte elastica. Coprono praticamente tutto lo stivale lasciando fuori tutto il pede. Sono solitamete provviste di cerniera per permettere una facile indossatura. Le ghette sono molto utili in quanto la fascia elastica sotto il piede è proprio il punto che sta a contatto con il quartiere della sella evitando così che si possa scivolare da essa. Le ghette sono disponibili in diversi materiali come ecopelle, pelle o in fibre sintetiche e, ovviamente, sono disponibili in diversi colori. Hanno le forme sagomate in modo da potersi adattare nel modo migliore alla forma del polpaccio.

Altri capi di abbigliamento da equitazione

Per quanto riguarda l’abbigliamento per la parte superiore del corpo questo è molto variabile. Si possono indossare felpe, pile e maglioni mentre in estate si prediligono le polo di cotone. Queste considerazioni sono valide sia per gli uomini, sia per le donne, sia per i bambini. Sono tutti capi dalle linee semplici e comode che diano il maggiore comfort possibile e grande libertà di movimento. È importante, però, che i capi invernali siano particolarmente caldi perchè bisogna sempre tenere presente che l’equitazione è uno sport che viene praticato all’aperto. Proprio per questo è consigliabile munirsi anche di un buon giacchetto per i periodi più freddi dell’anno. I giacchetti da equitazione sono giacchetti corti che non arrivano mai al di sotto della vita. Proprio per questo si prediligono i giacchetti bomber con una fascia elastica in fondo. In questo modo viene consentita la massima libertà di movimento senza però che, a causa della poca lunghezza, la giacca possa salire scoprendo la schiena. Esistono modelli sia da uomo che da bambino che da donna. Solitamente i modelli da donna sono più aderenti e seguono le linee femminile mentre quelli da uomo hanno un taglio più dritto.

Durante le competizioni lo stile di un cavaliere deve essere molto più elegante. Esistono appositi capi di abbigliamento studiati appositamente per queste situazioni. Per quanto riguarda le competizioni, infatti, è possibile acquistare camicie da competizione, giacche da competizione e anche cravatte da competizione. Le camicie per gare e concorsi da equitazione sono di colore bianco. Solitamente i modelli da donna hanno il collo in stile coreano mentre quelle da uomo hanno il collo normale per permettere l’inserimento della cravatta. Anche la cravatta per le competizioni è rigorosamente bianca. Anche i bambini durante le gare devono indossare le camice bianche ma in questo caso si può non fare distinzione tra maschi e femmine e acquistare per entrambi la camicia col collo in stile coreano. Le giacche da competizione non hanno un colore prestabilito. Ne esistono modelli differenti per uomo e per donna e quelle per donna sono, ovviamente, più aderenti. È molto importante che le giacche da equitazione siano fatte di tessuto tecnico adatto al movimento. Devono essere, quindi, elastiche e morbide.

Dove comprare e a quale prezzo

I capi da abbigliamento per l’equitazione sono acquistabili nei negozi specializzati. Esistono anche molti negozi on line a cui è possibile fare riferimento. I negozi specializzati, però, possiedono per lo più capi molto professionali e ovviamente più costosi rispetto ad altri. Come abbiamo detto in precedenza questo sport può essere dispendioso economicamente ma per quanto riguarda l’abbigliamento oramai sul mercato esistono anche linee per equitazione a basso prezzo. I grandi store di abbigliamento sportivo che stanno proliferndo negli ultimi anni sul nostro territorio e che sorgono soprattutto a ridosso dei grandi centri commerciali possono essere un vero toccasana per il nostro portafoglio offrendoci prodotti comunque certificati e adatti allo sport anche se di una qualità leggermente inferiore. Il consiglio è quello di rivolgersi a questi negozi per l’abbigliamento che vi serve per l’allenamento giornaliero.

Per quanto riguarda, invece, l’acquisto di abbigliamento da competizione e per quanto riguarda l’acquisto di alcune tipologie di accessori può essere, invece, più utile rivolgersi ai negozi specializzati dove è possibile incontrare commessi che possono darvi i giusti consigli e una più vasta scelta di articoli.

Se diamo un’occhiata ai prezzi dell’abbigliamento per equitazione possiamo renderci conto che ne esistono per tutte le tasche. I pantaloni da equitazione hanno un prezzo che può oscillare dai 30 ai 150 euro circa mentre il prezzo delle ghette può variare dai 30 ai 50 euro. Per quanto riguarda maglie, felpe e maglioncini, invece, il prezzo oscilla dai 30 agli 80 euro. Gli stivali da equitazione hanno un prezzo che oscilla dai 30 ai 200 euro circa. Questa differenza di prezzo dipende in parte dalla marca scelta, ma ovviamente anche dal materiale. Gli stivali in cuoio più professionali avranno, infatti, un prezzo più alto rispetto ai semplici stivali in pvc. I caschi hanno un prezzo che si aggira intorno ai 30 euro. Per quanto riguarda l’abbigliamento da competizione, invece, il discorso cambia. Se è vero, infatti, che le camicie da competizione hanno un prezzo che oscilla dai 30 ai 60 euro, un prezzo non particolarmente alto, è vero che le giacche hanno un prezzo che oscilla dai 70 euro fino ad arrivare anche ai 300 euro circa.

14. Marzo 2019 · Commenti disabilitati su Come Scegliere l’Abbigliamento Invernale · Categorie:Abbigliamento

L’abbigliamento invernale consente di fare fronte alle lunghe e fredde giornate, soprattutto per chi, a causa del proprio lavoro, è costretto a trascorrere molte ore fuori casa. Solo scegliendo adeguatamente come vestirsi, ci si ripara dai tradizionali malanni di stagione.

Ripararsi dal freddo non è sempre cosa semplice perché mentre in estate vestirsi leggeri avviene in maniera spontanea, durante le giornate gelide si rischia di infagottarsi ma non riscaldarsi. Scegliere un abbigliamento invernale adeguato per i mesi freddi, anche nelle zone dove le temperature scendono sotto lo zero, permette di essere riparati e non subire sbalzi termici. Spesso, i rivestimenti esterni delle giacche sono impermeabili e questo evita che il tessuto si bagni e sia a contatto con la pelle. Quando si parla di abbigliamento invernale, ci si riferisce anche a degli indumenti in grado di essere ben tollerati da chi soffre di particolari allergie quindi potrebbero essere realizzati in cotone sulla pelle e lana all’esterno. I nuovi tessuti, moderni servono a mantenere sempre la stessa temperatura, sono leggeri e hanno una facile vestibilità. Per isolarsi dal freddo, dalla neve e dal gelo i tessuti sono realizzati anche con impunture particolari e imbottite con materiale che possa riscaldare.

Tutto l’abbigliamento invernale serve a mantenere calda qualsiasi parte del corpo dalla testa con cappelli, alla gola con sciarpe alle mani con i guanti, per non parlare poi di giacche, maglioni, felpe e pantaloni.

Ogni indumento dell’abbigliamento invernale riveste una sua specifica funzione. I cappelli, sono molto utilizzati nelle zone in cui fa molto freddo e particolarmente umide perché consentono di ripararsi in maniera uniforme il capo. Le mani sono le uniche estremità che sarebbero lasciate scoperte se non vi fossero i guanti; proprio quest’ultimi permettono una maggiore mobilità degli arti che in questo modo sono riscaldati. La sciarpa protegge la gola da infiammazioni e irritazioni di altra natura. Coprirsi bene, scegliendo il vestiario più idoneo permette di essere riparati, anche se si trascorrono lunghi periodi all’esterno sia per motivi di svago sia per motivi lavorativi. In quest’ultimo caso l’abbigliamento invernale è dotato anche di particolari strisce catarifrangenti molto utili dalle prime ore della sera per essere maggiormente visibili con pioggia e nebbia.

Caratteristiche

La caratteristica principale che contraddistingue un buon abbigliamento invernale da uno più scarso è la sua imbottitura, almeno per quel che riguarda i capospalla e per gli altri indumenti in tessuto. Nel caso dei capospalla l’imbottitura determina il grado di calore che la giacca è in grado di fornire: le migliori sono imbottite con piuma d’oca. Oggi esistono dei piumini molto sottili ma altrettanto caldi, perché la ricerca e la tecnologia si è evoluta anche in questo settore dell’abbigliamento. Poi non dimentichiamo che le imbottiture dei capospalla possono essere in pelliccia, vera o sintetica. Per chi non ama lo stile sportivo e predilige qualcosa di più classico il tessuto più caldo è certamente il panno o il cashmere, quest’ultimo anche più costoso.

Per proteggersi dal freddo e dalla pioggia si possono scegliere degli impermeabili che fungono anche da giacca imbottita perché d’impermeabile hanno solo il tessuto esterno. Per quanto riguarda cappelli e guanti si possono trovare in commercio sia in lana sia in pile. ll pile è certamente molto più caldo e si possono usare anche durante le giornate in cui nevica. Il pile evita qualsiasi contatto con le temperature esterne e questo giova molto alle mani. Le camice più calde sono in flanella, un particolare tessuto abbastanza spesso. I pantaloni che fanno parte dell’abbigliamento invernale possono essere imbottiti con un particolare tessuto ed essere impermeabili.

L’abbigliamento invernale si contraddistingue per il grado di calore che è in grado di fornire ed a seconda della zona in cui si vive è bene scegliere un vestiario più o meno pesante. Acquistare dei maglioni in pura lana permette di avere un grado di calore più alto percepito dal nostro corpo rispetto a se acquistassimo dei maglioni che hanno solo una piccola percentuale di lana, quindi occhio alle etichette, è sempre bene leggerle per capire anche la qualità dell’indumento. Se il capo è di alta qualità permette di affrontare l’inverno in un comfort maggiore rispetto alla scelta di un vestiario più scadente perché quest’ultimo certamente farebbe sentire di più il freddo.

Abbigliamento invernale per donna e abbigliamento invernale per uomo

L’abbigliamento invernale può essere diviso in diverse tipologie: un abbigliamento invernale da utilizzare in città, un abbigliamento invernale da utilizzare sulla neve, un abbigliamento invernale da usare in campagna.

Per chi vive in città il freddo è un terribile nemico soprattutto al mattino e alla sera, cioè quando esce per recarsi al lavoro e quando ritorna a casa. Vestirsi in maniera adeguata permette di affrontare con maggiore serenità anche le ore più fredde del mattino presto. L’abbigliamento invernale per la donna può consistere anche nella scelta di una pelliccia, magari per le più giovani ci sono molti modelli corti più sbarazzini e meno seriosi dei modelli da signora, che comunque consentono di stare molto calde. È da evitare se piove, in questo caso meglio una giacca impermeabile. Il pantalone, durante l’inverno, è certamente più pratico della gonna, anche perché ripara molto di più. Se proprio non si può rinunciare alla gonna meglio indossare delle calze di tessuto pesante e molto coprenti.

Per l’abbigliamento invernale da uomo può andar bene sia il piumino ma anche il cappotto, magari abbinandolo a un paio di guanti coordinati con la sciarpa.

Ci si rende subito conto che questo tipo di abbigliamento non può essere certo utilizzato durante l’inverno da chi vive in campagna perché qui si trascorre molto tempo all’aperto per accudire gli animali e coltivare l’orto. Indossare sempre delle giacche ben imbottite, preferibilmente in piuma d’oca con l’esterno impermeabile, guanti di lana, cappello di lana, e pantaloni imbottiti. I pantaloni imbottiti evitano che il freddo passi attraverso il tessuto, quindi trascorrendo diverse ore all’arto, possono considerarsi davvero ideali. Preferire sempre i calzettoni di lana lunghi ai calzettoni di spugna, perché quest’ultimi sono meno indicati.

Per chi deve vivere in montagna o ci si reca per sport e per vacanza, l’abbigliamento invernale che si ha a casa nel proprio armadio non potrebbe andare bene. Qui servono necessariamente ganti, sciarpa e cappello in pile, giacche imbottite impermeabile e pantaloni imbottiti, preferire i maglioni di lana a collo alto.

Dove acquistare

L’abbigliamento invernale può essere acquistato presso i negozi di abbigliamento oppure se si cerca un articolo particolare presso i punti vendita specializzati. Per chi cerca un abbigliamento meno costoso, si può dare un’occhiata anche ai capi in vendita nei grandi centri commerciali, poiché in molti casi la qualità non è poi così scarsa. Il mondo della rete mette a disposizione dell’utente tantissimi siti, dove poter acquistare l’abbigliamento invernale, firmato oppure no. È bene tenere presenti anche gli outlet perché rappresentano un punto di acquisto molto importante in quanto sanno coniugare la qualità del marchio a un prezzo molto ridotto rispetto a quello che troveremmo nelle boutique.

Nei piccoli mercatini rionali è possibile fare dei buoni affari; l’abbigliamento invernale, generalmente è messo in vendita da inizi ottobre fino a gennaio, quando poi iniziano i saldi e si succedono le collezioni primaverili. È importante acquistare presso il punto vendita di fiducia se ne hai già uno, altrimenti avere sempre sott’occhio la targhetta per verificare la composizione dei materiali e rendersi conto se il prezzo cui è proposto rispecchia la qualità. L’acquisto on line non consente però di provare il capo e verificare con certezza la taglia quindi meglio azzardare già se si sono fatti precedenti acquisti altrimenti si rischia di non essere poi soddisfatti dal capo quando arriva a casa. L’abbigliamento invernale è consigliabile sempre provarlo perché alcuni capi tendono a ingoffare un po’ la figura, quindi misurarli, permette di verificare com’è la loro vestibilità. Se si cerca un capo invernale particolare per determinate caratteristiche e non è esposto in negozio si può chiedere se è possibile ordinarlo. Il negoziante di fiducia ha un rapporto diverso perché è anche in grado di consigliare e magari indicare se quel tipo di abbigliamento pur essendo molto trend può essere altrettanto confortevole. In questo modo oltre ad essere sicuri di scegliere il capo giusto si ha anche la certezza che quella giacca abbia la giusta vestibilità.

Prezzi abbigliamento invernale

I prezzi dell’abbigliamento invernale variano secondo il tipo di abbigliamento e se si tratta di capi firmati oppure no. Un buon abbigliamento deve essere realizzato con tessuti e imbottiture di qualità, ad esempio per un piumino i costi partono dai 100 euro. Se l’imbottitura è scadente, i costi possono scendere anche alla metà del prezzo. Il costo maggiore è quello dei cappotti in cashmere, poiché si tratta di un tessuto molto caldo ma anche molto costoso, sia da uomo sia da donna, i costi partono da 300 euro per un cappotto di media lunghezza, che vanno poi a un aumentare se si tratta di un cappotto lungo e firmato.

I costi minori sono dei cappelli, dei guanti e delle sciarpe. In questo caso, un completo in lana può costare anche solo 15 euro, prezzo destinato a salire se si tratta di pile. Il prezzo permette anche di capire immediatamente se si tratta di un capo imbottito in vera piuma d’oca oppure no, questo consente di determinare la scelta in relazione alla sua qualità. Se si cerca un prezzo accessibile si può optare per i capospalla imbottiti e impermeabili che partono dai 100 euro ma hanno una duplice funzione, poiché sono anche impermeabili. I maglioni se sono in lana hanno un costo di partenza di 30 euro che tende a salire se si tratta di pura lana vergine e possono arrivare a costare anche 300 euro se si parla di cashmere.

L’abbigliamento invernale imbottito ha costi elevati perché lo strato interno è realizzato in uno speciale pile molto caldo e sottile, i pantaloni imbottiti partono dai 120 euro mentre le giacche per lo sport in montagna dai 200 euro. È importante tener presente che questi sono prezzi indicativi che variano secondo il modello e la marca poiché esiste una notevole differenza tra l’acquisto in boutique e l’acquisto al mercatino rionale. In ogni modo la scelta è molto ampia e del tutto personale.