28. Agosto 2020 · Commenti disabilitati su Gonna – Come Sceglierla e Come si Indossa · Categorie:Abbigliamento

La gonna è uno degli indumenti più utilizzati dalle donne. Seguite la mia guida per scegliere il modello che più si addice al vostro fisico e alle vostre esigenze.

Caratteristiche

Il 1963 viene ricordato anche per l’invenzione della minigonna. La comune e famosa gonna è un indumento prettamente femminile, costituito da tessuto a forma di tubo o cono, coprente le gambe, allacciato attorno alla vita. Esistono parecchi modelli di gonne, dai più semplici, costituiti da un unico tessuto unito, da un semplice drappo, ai più particolari, con forme originali ottenute tramite cuciture, imbastiture, pieghe, ornamenti. La lunghezza è un elemento che varia moltissimo e può raggiungere qualsiasi livello della gamba della donna: può arrivare solo alla coscia, al ginocchio, alle caviglie, presentando in questo caso degli spacchi per consentire maggiore facilità di movimento, o lambire addirittura il suolo, caratterizzandosi per la presenza di uno strascico.

Mediamente le gonne più diffuse sono quelle che arrivano o superano di poco il ginocchio, ma anche le cosiddette “minigonne” sono un indumento sempre di moda. Analizzando l’evoluzione storica delle gonne, è possibile ritrovarle in qualsiasi epoca: pensiamo alle nobildonne del medioevo che portavano delle ampie vesti di oltre tre metri di diametro, o alle donne degli anni ’60 che lanciarono l’intramontabile minigonna nel mondo della moda femminile. Un modello particolare di gonna si diffuse a Rivanazzano, in provincia di Pavia, nel dopoguerra: si trattava di un indumento che mirava ad esaltare ed aumentare il più possibile le dimensioni del sedere della donna (raggiungendo a volte effetti che quadruplicavano la dimensione reale); la celebre gonna di Rivanazzano entrò anche nel famoso film di Fellini Otto e mezzo, ed è giunta fino ai nostri giorni tramite pochi modelli ancora rimasti in circolazione. Cerchiamo ora di analizzare l’utilizzo attuale della gonna, spaziando in alcune località. Nel mondo occidentale la indossano prevalentemente donne, anche se basta arrivare in Scozia per trovare il celebre “kilt”, tradizionalmente maschile.

Esistono inoltre dei luoghi, come l’Africa, il Medio Oriente, l’America centrale e meridionale, che non tollerano l’utilizzo del pantalone da parte delle donne e di conseguenza ammettono come unico indumento consono la gonna. Meno diffusione ha questo capo d’abbigliamento nei paesi estremamente freddi, dove si preferisce coprirsi il più possibile, indipendentemente dal sesso. In generale, possiamo affermare che ormai donne americane ed europee di qualsiasi età, ceto, condizione, amano indossare i più vari modelli di gonna in qualsiasi situazione, formale o meno. Particolarmente diffuse le gonne nel guardaroba di donne manager, dirigenti, avvocati, ovvero di tutte quelle signore di elevata posizione sociale; inoltre per feste, ricevimenti, matrimoni quasi tutte le donne preferiscono indossare eleganti modelli di gonne. Si ricordi infine che questo capo d’abbigliamento fa parte anche di molte divise da lavoro: si pensi alle hostess delle compagnie aeree, o alle uniformi scolastiche per bambine.

Tipologie

Minigonna
A pensarci fu la londinese Mary Quant, quando a soli 21 anni, ottenuto il diploma al Gold Smith College of Art, disegna la moda giovane. Nel 1963 appunto, con poca stoffa realizzò un capo d’abbigliamento ridotto ai minimi termini, ovvero capace di coprire il minimo indispensabile , e lasciando quindi scoperte le gambe. Fu Mary Quant quindi a lanciare la moda della minigonna. La moda come si sa, viene e va. Ci fu un periodo nel quale la minigonna non era di moda, ma ora sembra proprio essere tornata alla ribalta. La minigonna, come dice la parola stessa, è “mini”, quindi corta e può essere indossata sicuramente da chi ha un bel fisico e ama farlo vedere, o da chi in ogni caso, indossandola si sente a proprio agio. Ricordate che si tratta di un capo d’abbigliamento sexy e bisogna saperla abbinare, non solo ad una bella maglia, ma anche ad un paio di scarpe che rispecchierà il tipo di mini. Se indossiamo una minigonna casual in jeans, possiamo abbinarla ad una scarpa sportiva di moda. Oggi sono tornate di moda le classiche ballerine. Se invece la mini è piuttosto elegante, meglio optare per la scarpa che non tramonterà mai: la classica scarpa col tacco. Questi i consigli per indossare al meglio la minigonna. Nei migliori negozi di abbigliamento, trovate davvero trantissimi modellli di minigonne e sopratutto di lunghezze, anche se come abbiamo già detto, la minigonna è corta già di sè. Diciamo infine che la minigonna, se portata, valorizza la donna nella sua femminilità.

A portafoglio
Aprendo il mio armadio e curiosando tra gli abiti che non metto più ma che, allo stesso momento non mi va di eliminare, mi sono accorta di possedere un paio di gonne a portafoglio. Una piuttosto femminile, di colore nero, che indossavo negli anni ’90, nelle mie pazze serate in discoterca, l’altra un pò più casual, che solitamente indosso al mare, perchè appunto sportiva. Le gonne a portafoglio per intenderci, sono quelle che, come dice la parola si chiudono a portafoglio. Immaginate una stoffa lunga che anzichè indossarla, bisogna avvolgerla fino a racchiuderla, aiutandosi con dei bottoncini ai 3 quarti della larghezza, ma non solo. Per “fermare” la gonna a portafoglio , dovete ( solitamente nel fianco destro) “chiuderla” con un bottone. L’ultima ala del portafoglio, si chiude con un altro bottone o dei laccetti sempre, all’altezza della vita. Gonna a pantalone: Anche questo tipo di gonna rientra nella categoria della gonna più particolari. Questo genere di gonne, impazzavano negli anni ’90, ma come ho già detto più volte, la moda torna , e tutto in ogni caso fa moda.Se pensate di svuotare il vostro armadio con la sola giustificazione che i capi eliminati non sono più di moda, beh, vi sbagliate di grosso. Tenete tutto, sopratutto le gonne. Queste di cui stiamo parlando ora, sono appunto le gonne a pantalone. Ma come si presentano? Si tratta di una gonna o di un pantalone? In verità , la gonna a pantalone è un pò entrambi. Immaginate un pantaloncino con staccato al fianco destro un pezzo di stoffa che va a chiudersi nel fianco opposto, nello stesso modo della chiusura della gonna a portafoglio. Queste tipologie di gonne sono le più particolari e le più simili. Variano le lunghezze. Mentre la gonna a portafoglio la possiamo trovare di diverse lunghezze, le gonne a pantalone sono nel suo specifico piuttosto corte.

A campana
Minigonna, gonna a portafoglio, gonna a pantalone , ma non solo. Esistono altre tipologie di questo indumento particolarmente femminile che ne esalta appunto la femminilità. Soffermiamoci ora su altri due tipi di gonne. Questa tipologia di gonna può essere di diverse lunghezze. Diciamo comunque che quelle di cui vi parlo io, è piuttosto lunga, e arriva oltre al ginocchio. E’ denominata gonna a campana per la sua forma. Immaginate infatti di “indossare” una campana. La gonna ha la stessa forma, se provate a fare la “giravolta” con questo tipo di gonna, vedrete davvero che prende la forma della campana. Questa gonna va portata con scarpe piuttosto basse. Per consigliarvi una tipologia di scarpa, in voga negli anni ’80, ma tornate prepotentemente di moda, proprio quest’anno sono le ballerine, scarpe ultrabasse che si abbinano in modo ottimale alla gonna a campana.

Longuette
Si parla spesso di minigonne o di gonne standard, ma anche il modello longuette è molto di moda. E’ quel tipo di gonna, la cui lunghezza supera il ginocchio. E’ sbagliato pensare che si tratti di un modello antico usato dalle nostre mamme o dalle nostre nonne. La moda va e torna, e così è stato anche per la longuette, che è indicato anche per le donne giovani. Se si indossa una longuette, si consigliano un bel paio di scarpe, con una forma o un dettaglio particolare. Il motivo è semplice: la longuette ha una lunghezza particolare che lascia le gambe coperte, e quindi l’occhio cadrà sulle scarpe.

Tessuti

Che gonne acquistare? Sono tanti i tessuti da scegliere per questo tipo di capo di abbigliamento. Innanzitutto, bisogna capire per quale occasione dovremo indossare il capo, in che stagione ci troviamo e infine seguire i nostri gusti. Diciamo che, se ci occorre comprare una gonna per una cerimonia o comunque una qualsiasi occasione importante, nella boutique trovate gonne abbinate a giacche ( i classici tailleurs) in diversi tessuti e stili eleganti. Potremo scegliere tra gonna in puro lino se siamo in estate o gonne realizzate in cotone o lana per la stagione media o la stagione fredda.

Se invece, comprate la gonna per le serate tra amici o semplicemente per andare a lavorare, i tessuti sono tra i più svariati. Viscosa, jersey, jeans, avrete di che scegliere. Potete optare anche per quelle fantasie scozzesi ( i classici quadrettoni di diverse fantasie che ricordano il kilt). Un tessuto “commerciale” è la viscosa, utilizzata un pò in tutte le stagioni. Per la stagione estiva, possiamo acquistare gonne in stoffa leggerissima, che ci permette di far respirare le gambe e di “coprirle” al tempo stesso. Al contrario, per l’inverno esistono gonne in tessuto di velluto, molto calde per proteggere le gambe dal freddo.

Ma se decidessimo di cucirci personalmente una gonna? Innanzitutto, serve una macchina da cucire ( per la guida all’acquisto di questo elettrodomestico, potete leggervi un pò di consigli utili, nell’apposita sezione, quella dedicata agli elettrodomestici). Ma se non siete sarte, inutile tentare di cominciare il vostro operato, confezionandovi una gonna. Meglio iniziare con qualcosa di più semplice, per esercitarsi. In questo caso, rivolgetevi alla sarta di vostra fiducia, oppure presso una sartoria. Personale specializzato, vi confezionerà la gonna seguendo i vostri gusti e le vostre preferenze, col tessuto da voi suggerito. Sicuramente, il prezzo sarà maggiore rispetto a quella di una gonna acquistata in negozio, ma potete giocare sul fatto che, una gonna fatta su misura dalla sarta, è in qualche modo esclusiva.

Dove acquistare

Se non decidete di rivolgervi alla sarta, dovete acquistarla già confenzionata. Si , ma dove? Ovviamente, nei negozi di abbigliamento ma non tutti sono uguali. Dipende un pò dall’uso che ne dovete fare. Sicuramente, sono molti i negozi in centro città che propongono questo articolo al femminile. Se vi serve comprare una gonna da “tutti i giorni” potete rivolgervi in uno di quei negozi economici. Se invece , volete acquistare una gonna piuttosto elegante, sono tanti anche i negozi “di classe”. In entrambi, i casi , occhio ai prezzi. A volte, una gonna acquistata a 20 euro dura più di una acquistata a 100 euro.

Guardate bene le rifiniture, le cuciture, il tessuto e tutto ciò di cui abbiamo parlato prima. Oggi, si va anche a comprare al mercato , dove si trovano il più delle volte prezzi concorrenziali. Ci sono ad esempio banchetti che espongono in vendita merce ” di negozio”, a prezzi più abbordabili. Altri ambulanti vendono solo nei mercati ma basta conoscere un pò il mercato bisettimanale della vostra città, per capire dove si compra bene con un discreto rapporto qualità-prezzo. Sempre al mercato, potete acquistare a prezzi irrisori gonne “da casa”, cioè quel genere di gonne da indossare in casa, per fare i lavori domestici. Anche nei centri commerciali sono a vostra disposizione negozi che vendono gonne (casual o eleganti).

All’interno degli ipermercati, nel reparto “abbigliamento donna”, potrete trovare diversi generi di questo articolo. Se vi piace fare shopping on-line, la vetrina del web è sempre più alla moda. Alcune aziende, presenti nel web , con il proprio sito, propongono vendita solo per corrispondenza. Basta sfogliare virtualmente il catalogo e fare l’ordine tramite mail. Se preferite, potete farvi spedire il catalogo cartaceo all’indirizzo di casa e guardarvelo con calma. Molte volte, si trovano davvero delle grandi occasioni a buon prezzo. Sempre in rete, sono presenti parecchi mercatini, dove all’interno vi sono annunci di vendita di gonne ( in questo caso), di seconda mano. Può capitare però di trovare annunci di vendita di articoli nuovi, con ancora il cartellino. Se è una buona occasione , non fatevela sfuggire.

28. Luglio 2020 · Commenti disabilitati su Impermeabile – Come Sceglierlo e Come si Indossa · Categorie:Abbigliamento

L’impermeabile è un capo di abbigliamento, appositamente realizzato per ripararsi da intemperie come pioggia e vento. Si usa soprattutto in primavera e autunno, e serve a proteggere dai primi freddi di stagione, o dalle piogge ancora lievi in primavera. I modelli più vecchi consistevano in semplici teli di plastica: anche la moda però ha bisogno delle sue evoluzioni, e quindi quelli in commercio ora sono tessuti particolari, dalle forme e fatture molto simili a quelle di una giacca.

Per chi vuole un look più sportivo, ci sono anche dei modelli con cappuccio, molto efficaci in caso di rovesci improvvisi. Ciò che rende praticamente unico l’impermeabile è il tessuto, realizzato in modo da non inzupparsi, proprio perché impermeabile. Per avere questo risultato, la stoffa deve essere opportunamente trattata. Agli inizi del XVII secolo, compare il primo prototipo di impermeabile: il modello era mutuato dalla tipica raffigurazione di San Rocco, e tale mantello venne perciò chiamato sanrocchino. In quel periodo, per rendere impermeabili gli indumenti, venivano utilizzati diversi materiali come il caucciù, polvere di sughero o particolari vernici.

Cerata

L’impermeabile utilizzato dai marinai e realizzato in tela cerata, viene denominato cerata. Esso è estremamente comodo per le manovre in barca e vanta una solida robustezza. Rendere impermeabili gli indumenti è da sempre stata una preoccupazione per l’uomo. I tentativi si susseguono dall’epoca greco – romana, al Rinascimento: tra essi spicca un prototipo di impermeabile diffuso in Lombardia nel XVII secolo, il sanrocchino. Questo capo, che prese il nome da San Rocco, rappresentato nell’iconografia sempre con un mantello, si diffuse rapidamente per proteggere dalle piogge e dalle frequenti nebbie lombarde. Passando al secolo successivo, troviamo ancora dei tentativi per rendere un capo in permeabilis, (dal latino, “che non può essere penetrato”). Si utilizzò parafina, guttaperca, sughero, vernice da barca. Avere un indumento impermeabile era davvero desiderabile, come dimostra un aneddoto significativo a riguardo. Fu proprio un impermeabile ad essere donato al Re di Napoli Carlo di Borbone dal principe di San Severo, Raimondo di Sangro.

Trench

Quando nel 1901 il Ministero della Guerra inglese ordinò alla ditta Burberry un capo d’abbigliamento collocabile a metà strada tra l’impermeabile e il cappotto militare, nacque il trench. Il nome, per l’appunto, viene dall’inglese trench coat, ovvero “cappotto da trincea”. Lo abbiamo tutti davanti agli occhi, nel Tenente Colombo, indossato da Humphrey Bogart e da Peter Falk, o ancora nella Pantera Rosa, portato da Peter Sellers. Ma quali sono le caratteristiche di questo indumento? Esso, di evidente derivazione militare, ha delle spalline pronunciate, l’allacciatura a doppiopetto, il sottogola e la cintura, tutti elementi che contribuiscono a rendere il trench ben riconoscibile. Per una chiusura migliore, esso presenta una falda triangolare sovrapposta alla normale allacciatura. Il tessuto con il quale è realizzato è il gabardine, di solito color kaki, ma oggi in molte colorazioni; tale tessuto permette un’agevole protezione da pioggia ed intemperie, ma non dal freddo. Per questo occorre indossarlo sopra la giacca o il gilet imbottito.

Kway

Questo tipo di impermeabile, di piccolo formato con cappuccio, è stato inventato nel 1961, in Francia, presso Pas de Calais. Ha la peculiarità di essere facilmente ripiegabile nella tasca marsupio inserita appositamente sul davanti, dotata anche di una cintura elastica, che permette a chi lo indossa di legarlo in vita con facilità. Il materiale è il nylon, il colore tradizionale è blu o rosso, e il taglio delle maniche è piuttosto largo, così da essere indossato anche sopra il giubbotto. Oggi la BasicNet S.p.A, società di Torino, possiede la titolarità del marchio registrato.

Gli impermeabili di un tempo

Mantello classico
Ai nostri tempi, non è così usuale trovare dei modelli di impermeabile a mantello, anche se questa tipologia era certamente quella più in voga in passato. Molto pratici e semplici, i mantelli non hanno le maniche, e si allacciano direttamente sotto al collo, grazie a dei lacci che, se è presente nel modello, servono anche per stringere il cappuccio. Questa tipologia di impermeabile, tuttavia, non è molto indicata per i primi freddi, poiché non aderisce al corpo e, essendo senza maniche, lascia passare anche molta aria.

Tabarro
Dobbiamo ritornare addirittura all’epoca dei romani per ritrovare i primi modelli di questo mantello. Storicamente, questo modello è sempre stato associato ai ceti più elevati, come i cavalieri nel Medioevo, ma anche medici e aristocratici. Tale associazione cambia con l’avvento del Rinascimento, quando il tabarro si diffonde anche tra gente meno agiata. Come si sa, le mode a volte ritornano, e anche per il tabarro si è registrato un nuovo momento di gloria intorno al 1800: in quell’epoca è infatti diventato uno dei simboli del dandismo. Certamente questo mantello prettamente maschile ai giorni nostri non è molto diffuso, anche se ha un’eleganza particolare perché oltre ad allacciarsi sopra il mento, crea un bel movimento avvolgente agganciandosi a dei bottoni sulla spalla.

Kalasiris
Anche la storia di questo impermeabile è molto antica, e interessa numerosi popoli come Assiri, Babilonesi e Egizi. Questo modello, come diremmo oggi, era unisex, ed assomigliava vagamente alla nostra camicia. Diversamente dal mantello del nostro immaginario, il kalasiris poteva avere le maniche e inoltre era molto pratico perché vestiva abbastanza aderente sul corpo.

Burnus
Risulta essere un mantello tipico delle popolazioni dell’Africa settentrionale, generalmente di colore bianco e dotato di un cappuccio di lana. I termini per indicare questa tipologia di impermeabile sono svariati, e cambiano a seconda delle popolazioni e dei dialetti. Il modello prevede una cucitura in prossimità del collo, e questa è una prima peculiarità: infatti, diversamente dai tradizionali mantelli che richiedono un sistema di allacciamento, questo non ha bisogno di particolari sistemi di chiusura. Il cappuccio può essere di varie dimensioni, anche se in genere rimane comunque molto largo. In alcuni modelli all’estremità è arricchito con un piccolo pompon.

Frock coat
La storia di questo modello inizia nel 1816, quando venne indossato per la prima volta dai militari. Il colletto era in stile prussiano: con i risvolti alti da allacciare sul collo. La vera diffusione di questo impermeabile comincia però solo nel 1830. Date le sue origini, ben si capisce come questo modello sia prettamente maschile, di solito lungo fino al ginocchio e, come nella migliore tradizione, dotato di bottoni. Le maniche sono molto ampie. Risulta leggermente più stretto in vita ed è quasi sempre a doppio petto, con i bottoni quindi su entrambi i lati.

09. Giugno 2020 · Commenti disabilitati su Come Scegliere Pigiama per Bambini · Categorie:Abbigliamento

Di pigiami per bambini il mercato è pieno. È possibile scegliere tra diverse marche, modelli, tessuti e colori. Possiamo scegliere pigiami interi, privi di bottoni ma che si chiudono con la zip, molto utili per quei bambini che tendono a scoprirsi di notte, oppure pigiami a due pezzi o addirittura a tre pezzi. Sta a noi scegliere quello più adatto alle nostre esigenze.

Quando decidiamo di acquistare un pigiama, la prima cosa da fare è leggere l’etichetta e accertarsi che quest’ultimo sia realizzato in fibra naturale. Teniamo presente che la pelle del bambino è molto delicata, per cui il contatto giornaliero con fibre sintetiche potrebbe, a lungo andare, creare irritazioni e dermatiti. Per questo motivo è sempre buona norma acquistare un pigiama in tessuto naturale. Non preoccupiamoci della sua reperibilità, di pigiami in fibra naturale il mercato è pieno, basta solo saperlo scegliere. Certo si tratta ovviamente di fibra naturale lavorata, ma la sua struttura non cambia, resta sempre la stessa.

Tra i tessuti naturali evidenziamo
-Il cotone
Di origine vegetale, il cotone è uno dei tessuti più utilizzati al mondo. Dotato di particolare freschezza, esso permette alla pelle di respirare e di non trattenere il sudore.
-La canapa
Questo tessuto, di origine vegetale, oggi sta andando molto di moda. Accuratamente trattato offre dei risultati particolarmente soddisfacenti.
-La lana
La lana, di origine animale, è in assoluto il primo tessuto tramato realizzato e utilizzato dall’uomo. La particolarità di questa stoffa sta nell’avere una forte capacità assorbente, in grado di assorbire l’umidità della pelle e quindi di ridurre il sudore fino al 30%.
-La seta
Questo tessuto, la cui origine è animale, è un tessuto tipicamente estivo, molto morbido e molto fresco.
-Il lino
Il lino, di origine vegetale, come la seta, è un tessuto di tipo estivo, che dona molta freschezza.
-Il lyocell
Si tratta di un tessuto particolare, che allo stato iniziale si presenta come fibra cellulosa, la quale, se lavorata con un solvente di tipo organico, può essere utilizzata come tessuto.
Attenzione alle sostanze tossiche

Oggi viene rivolta una particolare attenzione alla realizzazione dei pigiami per bambini. È importante che quest’ultimi vengano prodotti con sostanze non tossiche, probabili cause di danni alla salute di chi li indossa. Questa particolare attenzione nasce da un avvenimento accaduto anni addietro. Tempo fa, fece scalpore la notizia (era su tutti i giornali) che i pigiami per bambini fossero realizzati con sostanze nocive, le quali, anche se non immediatamente, avrebbero potuto provocare danni alla pelle e quindi alla salute.
Le varie aziende tessili, lavoravano i tessuti utilizzando prodotti (come detergenti, fissanti e coloranti) altamente tossici. Gran parte di questi, purtroppo, invece di venire smaltiti, restavano sui tessuti con il rischio di provocare seri danni alla pelle del bambino. Si pensi all’angoscia dei genitori, abituati a far indossare ai loro piccoli pigiami convinti della loro sicurezza (proprio perché realizzati per i bambini) e scoprire, invece, che questi avrebbero potuto arrecargli danno.

L’ideale sarebbe, da parte delle aziende produttrici, utilizzare delle sostanze meno nocive, le quali pur restando sui tessuti non provocano danni alla pelle: irritazioni, dermatiti o patologie più gravi. Nonostante ciò, anche se l’attenzione per la lavorazione dei pigiami per bambini, è oggi più assidua, non ci si può comunque fidare. Anche scegliendo una marca nota o pagandolo ad un prezzo elevato. Per questo motivo, quando ci accingiamo ad acquistare un pigiama è preferibile acquistarne uno di cotone semplice.
Questo tessuto non solo non richiede additivi tossici per la lavorazione, ma è anche molto leggero e traspirante. L’ideale, dunque, per il contatto con la pelle. Ci sono però dei casi in cui magari il pigiama ci viene regalato. Se si ha la possibilità, è conveniente sostituirlo con quello di cotone. Se non è possibile, perché magari il bambino piange e vuole proprio quello, colorato e con i disegnini, è opportuno, prima di farlo indossare, immergerlo in acqua e lasciarlo in ammollo. In questo modo è possibile scaricare tutte le sostanze tossiche rimaste sul pigiama.

Anche se può sembrare semplice, in realtà la scelta di un pigiama per il nostro bambino deve seguire dei precisi criteri. Come prima cosa un pigiama, e non solo quello per bambini, deve essere confortevole e pratico. Per questo motivo è bene sceglierlo sempre della taglia giusta, né troppo piccola né troppo grande, che lasci al bambino libertà di movimento. Soprattutto, poiché abbiamo a che fare con dei bambini, il pigiama deve essere anche sicuro. Questo significa che sono assolutamente da evitare quei pigiami con accessori vari, come bottoni, fiocchetti ecc., che possono soffocare il bambino durante la notte.
Un diverso tipo di pigiama verrà scelto per l’inverno e per l’estate. In inverno, se il bambino dorme nel suo lettino da solo, è preferibile che indossi il classico pigiamone, quello intero che si chiude con la zip. Anche se può sembrare scomodo, questo tipo di pigiama copre interamente il bambino e lo difende dal freddo qualora dovesse scoprirsi durante la notte. Durante l’estate, invece, è sufficiente un pigiama semplice di cotone, il classico due pezzi, che può essere lavato e stirato facilmente. Se possibile, per evitare eventuali allergie e dermatiti, è preferibile che il tessuto del pigiama non tocchi direttamente la pelle del bambino. Per evitare tutto ciò è consigliabile mettere sotto la maglietta una canotta di cotone o di fresco lana.

In commercio esistono pigiami per bambini di ogni modello, tessuto e colore. Per dettagli sui vari modelli è possibile vedere questa guida su Coseperbambini.com. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Possiamo trovare pigiami di ogni colore e fantasia, pigiami a righe, pigiami con pupazzetti disegnati, quelli con i personaggi dei cartoni animati prediletti o ancora quelli dedicati alla squadra di calcio preferita ecc. ci sono poi pigiami di ogni tessuto, di pile, di cotone, di seta, di lana ecc. ciò che conta, non dimentichiamolo è sempre la comodità. Di fronte a questa vasta scelta di pigiami, potrebbe risultare molto utile, prima di acquistarne uno, portare con sé il bambino e far scegliere a lui stesso il modello che più gli piace.

14. Maggio 2020 · Commenti disabilitati su Cosa Sono le Tecnofibre · Categorie:Abbigliamento

Si indicano con questo nome le fibre create artificialmente. Oggi il termine ha preso ad indicare in via generale ciò che anticamente era identificato distinguendo tra fibre artificiali (che venivano trattate e modificate usando dei reagenti) e fibre sintetiche (create ex novo con molecole ottenute per sintesi).

Queste sono le più recenti per sperimentazione (si parla degli anni Trenta e Quaranta), e vengono realizzate a partire da materiali di natura organica che sono poi polimerizzate chimicamente in laboratorio. I polimeri così realizzati sono stati poi alla base delle materie plastiche, non fibrose e utilizzate per le resine sintetiche che vengono realizzate in serie a partire da materie derivanti da composti petroliferi.

Le proprietà meccaniche variano in base al reagente utilizzato, e le fibre resistono bene a mutazioni biologiche e atmosferiche. Gli inconvenienti sono la non biodegradabilità e il fatto di essere create sinteticamente, quindi non potendone prevedere la reazione. È peraltro da sottolineare che proprio perché costruite in laboratorio utilizzando dei coloranti, le resine come le fibre sintetiche possono provocare allergie. Inoltre non possono nemmeno essere impiegate per il vestiario quelle fibre che, se a contatto col fuoco bruciano a fiamma viva, in quanto provocherebbero gravi ustioni. A tali inconvenienti la moderna tecnologia ha trovato una soluzione, e infatti sono state progettate delle fibre ipoallergeniche e ignifughe con le quali vengono prodotti pannolini e indumenti.

In base alla reazione con il calore, le resine sintetiche si classificano in:
-Termoplastiche
Fanno parte di questa categoria quasi tutte le fibre sintetiche. Rappresenta quei materiali la cui struttura è caratterizzata da una catena unitaria di macromolecole, che consente di modificare più volte l’elemento rendendolo plastico e idoneo per la lavorazione a caldo senza cambiarne definitivamente la struttura molecolare.
-Termoindurenti
La struttura molecolare assume forma tridimensionale e una volta sottoposti a lavorazioni plastiche o con fonti di calore non è più possibile riportarli allo stato originario.

Le fibre sintetiche vengono create raggruppando più micromolecole (o monomeri) di sostanze organiche. Le unità possono essere accostate in modo tale da reagire fra di loro (in questo caso si parla di omopolimeri), oppure senza giovarsi di questa caratteristica (copolimeri).

Tale processo di polimerizzazione può differenziarsi a seconda del tipo di concatenazione che i monomeri assumono: avremo quindi la polimerizzazione per poliaddizione se le micromolecole si uniscono senza determinare una perdita di peso o di atomi, viceversa avremo la polimerizzazione per policondensazione. I diversi tipi di polimeri che stanno alla base delle fibre sintetiche ne consentono di conseguenza la suddivisione in “famiglie”.

La classificazione in polimeri di poliaddizione e polimeri di policondensazione si deve al chimico statunitense Carothers, che la suggerì nel 1929. Ancora oggi, nonostante le problematicità di ricondurre a due sole categorie la varietà di meccanismi di formazione dei polimeri, tale classificazione è utilizzata restringendo tuttavia l’ambito di applicazione: in particolare i poliaddotti si riferiscono a un procedimento di poliaddizione di monomeri di vinile o diolefine, invece i policondensati raggruppano gli altri prodotti ottenuti mediante policondensazione formati non solo da atomi di carbonio, ma anche da altri come l’ossigeno o azoto.

14. Aprile 2019 · Commenti disabilitati su Come Scegliere Abbigliamento da Equitazione · Categorie:Abbigliamento

L’equitazione è uno sport antico che richiede un abbigliamento particolare per poter cavalcare nel modo migliore e in tutta sicurezza. Richiede, inoltre, due tipi di abbigliamento diversi, l’abbigliamento da allenamento e quello da competizione oltre a tutta una serie di accessori indispensabili.

L’equitazione è uno sport che prevede, ovviamente, un fantino con il suo cavallo.Il cavallo è, infatti, un animale ammaestrabile che sembra proprio fatto apposta per essere cavalcato. L’equitazione è costituita da varie differenti discipline divisibili in discipline olimpiche e discipline non olimpiche.

Nelle discipline olimpiche rientrano il salto degli ostacoli, il concorso completo e il dressage. Il salto ad ostacoli prevede che cavaliere e cavallo superino una serie di ostacoli all’interno di un terreno circoscritto. Gli ostacoli sono di diverse tipologie ed ognuno ha un punteggio differente a seconda della difficoltà del salto. Il concorso completo è, invece, costituito da tre differenti prove. La prima prova è una prova di addestramento e verte sulle tre diverse andature possibili che sono, com’è noto, il passo ossia l’andatura più lenta, il trotto e, infine, il galoppo ossia l’andatura più veloce. La seconda prova prevede il superamento di un percorso ad ostacoli naturali come dune e laghetti. La terza prova, invece, è un salto ad ostacoli. Il dressage consiste nel mostrare il portamento del cavallo attraverso una serie di movimenti che possono essere in parte prestabili e su richiesta e in parte invece in stile libero con sottofondo musicale.

Nelle discipline non olimpiche rientrano, invece, la disciplina degli attacchi ossia una sequenza di tre prove fatte con una carrozza trainata dal cavallo, la disciplina del reining ossia un percorso su sabbia al galoppo in modo molto spettacolare, la disciplina del volteggio ossia ginnastica acrobatica fatta direttamente sul cavallo in movimento, e la disciplina dell’endurance ossia un percorso molto lungo in campagna simile ad una maratona. Se un tempo l’equitazione era uno sport praticato solo dalle classi altolocate oggi è uno sport molto diffuso. È vero, però, che è uno sport molto costoso non tanto per le attrezzatture quanto per il cavallo e, soprattutto, per pagare il maneggio che lo ospiterà.

Stivali, caschi da equitazione e altri capi d’abbigliamento

Gli stivali sono, ovviamente, un capo d’abbigliamento da equitazione indispensabile per il cavaliere. Esistono diverse tipologie di stivali differenti che si differenziano tra loro soprattutto per il materiale utilizzato. Gli stivali più professionali sono solitamente infatti di pelle mentre quelli meno professionali possono essere anche in pvc. La cosa importante è che siano facilmente pulibili perchè basta una sola cavalcata a sporcarli di fango o di terra. Ovviamente gli stivali in pvc sono pulibili in modo molto semplice. Bisogna stare bene attenti però che siano fatti di un unico pezzo senza parti incollate altrimenti si rischia che con l’usura a cui verranno continuamente sottoposti si scollino. Il pvc ha anche l’importante caratteristica di essere completamente impermeabile. Questo tipo di stivale in pvc è solitamente costruito in modo tale da risulatare semplice infilarlo grazie ad un gambale particolarmente ampio. Gli stivali in pvc però non possono considerarsi stivali per cavallerizzi professionisti. Gli stivali professionali sono prodotti soprattutto in cuoio.

Anche il casco è un accessorio fondamentale annoverato nell’abbigliamento per equitazione in quanto purtroppo è molto semplice cadere da cavallo e il casco evita che le cadute possano avere ripercussioni gravi. I caschi da equitazione hanno solitamente tre attacchi in modo da impedire che il casco possa slacciarsi o muoversi e in modo che anche il mento sia protetto il più possibile. Sono solitamente dotati di visiera flessibile. Per alcune tipologie di competizione esistono caschi appositi. In alcuni tipi di competizione invece del casco si dovrà acquistare un cappello apposito. Questo è il caso per esempio del dressage in cui è necessario indossare un cappello a cilindro o un cappello a bombetta. Risulta essere molto importante controllare sempre che i caschi da equitazione siano omologati. Per una maggiore protezione è possibile acquistare anche il giubbino protettivo. Oltre ai giubbini di protezione esistono anche dei corpetti di protezione. Anche i guanti sono uno strumento importante per l’equitazione. I migliori guanti per equitazione possiedono la parte del palmo in pelle.

Pantaloni

Risulta essere necessario che i pantaloni da equitazione siano allo stesso tempo aderenti ma comodi. Entrambe queste caratteristiche sono, infatti, fondamentali per la riuscita di un’ottima cavalcata. Le gambe, infatti, nell’equitazione sono sottoposte sia ad uno sforzo muscolare molto grande sia allo sfregamento per quanto riguarda la parte interna. I migliori materiali, quindi, per la fabbricazione dei cotoni da equitazione sono il cotone e la microfibra. Il cotone è adatto in quanto è un materiale totalmente naturale e anallergico, ma la microfibra lo ha soppiantato molto in questi ultimi anni in quanto si tratta di un materiale elastico, flessibile e molto resistente. È vero, però, che nella maggior parte dei casi oltre al cotone i pantaloni presentano una percentuale di elastene che li rende appunto elastici e maggiormente resistenti. Molti pantaloni da equitazione, soprattutto quelli più professionali destinati a coloro che praticano equitazione spesso durante tutto l’anno, sono provvisti di rinforzi nella parte interna della gamba e al fondoschiena, cioè, come abbiamo accennato, nelle parti più sottoposte a sfregamenti e, quindi, ad usura. In alcuni casi questi inserti possono essere in ecopelle o comunque avere un colore e un tessuto differente rispetto al resto del pantalone. I pantaloni da equitazione sono, ovviamente, disponibili in vari colori differenti e come in tutti i capi d’abbigliamento per equitazione nei modelli per uomo, donna e bambino.

Sopra ai pantaloni e agli stivali si portano solitamente le ghette che partono subito sotto il ginocchio fino ad arrivare alla caviglia e chiudersi sotto il piede con una parte elastica. Coprono praticamente tutto lo stivale lasciando fuori tutto il pede. Sono solitamete provviste di cerniera per permettere una facile indossatura. Le ghette sono molto utili in quanto la fascia elastica sotto il piede è proprio il punto che sta a contatto con il quartiere della sella evitando così che si possa scivolare da essa. Le ghette sono disponibili in diversi materiali come ecopelle, pelle o in fibre sintetiche e, ovviamente, sono disponibili in diversi colori. Hanno le forme sagomate in modo da potersi adattare nel modo migliore alla forma del polpaccio.

Altri capi di abbigliamento da equitazione

Per quanto riguarda l’abbigliamento per la parte superiore del corpo questo è molto variabile. Si possono indossare felpe, pile e maglioni mentre in estate si prediligono le polo di cotone. Queste considerazioni sono valide sia per gli uomini, sia per le donne, sia per i bambini. Sono tutti capi dalle linee semplici e comode che diano il maggiore comfort possibile e grande libertà di movimento. È importante, però, che i capi invernali siano particolarmente caldi perchè bisogna sempre tenere presente che l’equitazione è uno sport che viene praticato all’aperto. Proprio per questo è consigliabile munirsi anche di un buon giacchetto per i periodi più freddi dell’anno. I giacchetti da equitazione sono giacchetti corti che non arrivano mai al di sotto della vita. Proprio per questo si prediligono i giacchetti bomber con una fascia elastica in fondo. In questo modo viene consentita la massima libertà di movimento senza però che, a causa della poca lunghezza, la giacca possa salire scoprendo la schiena. Esistono modelli sia da uomo che da bambino che da donna. Solitamente i modelli da donna sono più aderenti e seguono le linee femminile mentre quelli da uomo hanno un taglio più dritto.

Durante le competizioni lo stile di un cavaliere deve essere molto più elegante. Esistono appositi capi di abbigliamento studiati appositamente per queste situazioni. Per quanto riguarda le competizioni, infatti, è possibile acquistare camicie da competizione, giacche da competizione e anche cravatte da competizione. Le camicie per gare e concorsi da equitazione sono di colore bianco. Solitamente i modelli da donna hanno il collo in stile coreano mentre quelle da uomo hanno il collo normale per permettere l’inserimento della cravatta. Anche la cravatta per le competizioni è rigorosamente bianca. Anche i bambini durante le gare devono indossare le camice bianche ma in questo caso si può non fare distinzione tra maschi e femmine e acquistare per entrambi la camicia col collo in stile coreano. Le giacche da competizione non hanno un colore prestabilito. Ne esistono modelli differenti per uomo e per donna e quelle per donna sono, ovviamente, più aderenti. È molto importante che le giacche da equitazione siano fatte di tessuto tecnico adatto al movimento. Devono essere, quindi, elastiche e morbide.

Dove comprare e a quale prezzo

I capi da abbigliamento per l’equitazione sono acquistabili nei negozi specializzati. Esistono anche molti negozi on line a cui è possibile fare riferimento. I negozi specializzati, però, possiedono per lo più capi molto professionali e ovviamente più costosi rispetto ad altri. Come abbiamo detto in precedenza questo sport può essere dispendioso economicamente ma per quanto riguarda l’abbigliamento oramai sul mercato esistono anche linee per equitazione a basso prezzo. I grandi store di abbigliamento sportivo che stanno proliferndo negli ultimi anni sul nostro territorio e che sorgono soprattutto a ridosso dei grandi centri commerciali possono essere un vero toccasana per il nostro portafoglio offrendoci prodotti comunque certificati e adatti allo sport anche se di una qualità leggermente inferiore. Il consiglio è quello di rivolgersi a questi negozi per l’abbigliamento che vi serve per l’allenamento giornaliero.

Per quanto riguarda, invece, l’acquisto di abbigliamento da competizione e per quanto riguarda l’acquisto di alcune tipologie di accessori può essere, invece, più utile rivolgersi ai negozi specializzati dove è possibile incontrare commessi che possono darvi i giusti consigli e una più vasta scelta di articoli.

Se diamo un’occhiata ai prezzi dell’abbigliamento per equitazione possiamo renderci conto che ne esistono per tutte le tasche. I pantaloni da equitazione hanno un prezzo che può oscillare dai 30 ai 150 euro circa mentre il prezzo delle ghette può variare dai 30 ai 50 euro. Per quanto riguarda maglie, felpe e maglioncini, invece, il prezzo oscilla dai 30 agli 80 euro. Gli stivali da equitazione hanno un prezzo che oscilla dai 30 ai 200 euro circa. Questa differenza di prezzo dipende in parte dalla marca scelta, ma ovviamente anche dal materiale. Gli stivali in cuoio più professionali avranno, infatti, un prezzo più alto rispetto ai semplici stivali in pvc. I caschi hanno un prezzo che si aggira intorno ai 30 euro. Per quanto riguarda l’abbigliamento da competizione, invece, il discorso cambia. Se è vero, infatti, che le camicie da competizione hanno un prezzo che oscilla dai 30 ai 60 euro, un prezzo non particolarmente alto, è vero che le giacche hanno un prezzo che oscilla dai 70 euro fino ad arrivare anche ai 300 euro circa.