14. Ottobre 2020 · Commenti disabilitati su Stivali Cuissardes – Come Sceglierli e Come Indossarli · Categorie:Scarpe

Da moschettiere, pirata, trampolieri, alla “Barbarella”, alla “Pretty Woman”, sono i vari nomi che hanno preso gli stivali cuissardes nella storia della moda. Erano in voga nel già nel finire dell’800, in pelle, foderati di stoffa, con i lacci incrociati e la punta sottile. Con il tempo hanno preso le più svariate forme, in particolare negli anni Sessanta grazie all’invenzione della minigonna e alla rivoluzione dei costumi. Da Jane Fonda a Julia Roberts hanno fatto sognare e fanno sognare intere generazioni, perché sono stivali simbolo della femminilità e, ammettiamolo, anche del feticismo. Uno dei motivi del loro successo? Oltre a rendere indiscutibilmente sexy una donna, slanciano la gamba e fanno sembrare più alte.

Storia

Nei musei della moda si trovano in pelle datati fine 1800, con tanto di lingerie abbinata, quindi sono nati con uno scopo principale: sedurre (da professioniste anche). Avevano anche un’altra importante funzione, proteggere dal freddo, ne esistono infatti che coprono la gamba fin quasi all’attaccatura della coscia (riproposti poi da Jean Paul Gaultier) permettendo alle gambe di sopportare anche gli inverni più rigidi.Ma come accennato è negli anni Sessanta che i cuissardes hanno avuto la loro esplosione. Mary Quant nel 1964 “inventò” ufficialmente la minigonna, serviva quindi qualcosa di lungo a coprire la gamba rendendola più accattivante. Ritornarono loro, i cuissardes.

Tuttavia, il primo a sdoganare l’immagine dello stivalone, ma senza tradirla, fu Irving Klaw, fotografo statunitense diventato celebre negli anni Cinquanta per i suoi cataloghi legati al mondo dell’eros. Klaw ebbe una grande influenza nella moda e nel costume e lanciò modelle-icone come Betti Page. Le sue fotografie, raffinate, non volgari, gioiose, ironiche, fecero tornare in voga i cuissardes che rientrarono nell’immaginario collettivo, non solo degli “addetti ai lavori”. Tuttavia, a irrompere nei mass media con gli stivaloni alti fu, negli anni Sessanta, in pieno boom economico e rivolta dei costumi, Emma Peel, attrice che li portava spesso nella serie di telefilm “Agente speciale”.

La vera consacrazione avvenne nel 1968 con il film “Barbarella”, dove Jane Fonda ne indossava vari modelli, stile optical, diventati celeberrimi. Il trend ormai era lanciato e le ragazze cominciarono a indossarli anche di giorno. Simbolo ormai come la minigonna della Swinghin London, nella capitale britannica risiedeva una delle maggiori produttrici di stivaloni: la Little Shoe Box che cessò la sua attività nel 2005, dopo 40 anni di onorato servizio. La Shoe Box produceva stivali in pelle di alta qualità manifatturiera, e contribuì non poco a farli uscire dai vicoli. Ora i due produttori di “trampolieri” di ottima foggia sono l’azienda Leatherworks, sempre londinese, e la parigina Jean Gaborit, specializzata in cuissardes per l’alta moda a cui si rivolgono i più grandi stilisti.

Dopo gli anni Sessanta e il vero proprio boom dello stivale-simbolo della rivoluzione dei costumi, di un certo tipo di stile irriverente, i trampolieri ritornano nella nicchia dell’immaginario più di “settore”. Nel 1982, l’editore americano Bob Guccione li sceglie neri in copertina di una rivista per adulti indossati dalla bellissima modella Corinne Alphen. Nello stesso anno, altre riviste rispolverano i moschettieri, celeberrimo lo scatto di Dwithgt Hooker a Candy Loving sempre lo stesso anno.

Bisognerà attendere gli anni Novanta, ma soprattutto il nuovo millennio per un ennesimo ritorno in grande stile sulle passerelle. I maggiori stilisti, anche grazie a nuovi tessuti come la microfibra, materiali resistenti per tacchi vertiginosi, plateau altissimi, ne propongono diversi modelli. La ricerca è quella dell’eccesso, dello stivale-calzamaglia che incorpora “casualmente” la scarpa (i mitici cuissardes calzamaglia di Gaultier). A farli tornare di moda è soprattutto il mondo del pop-rock, sono numerose le star che indossano gli stivaloni in servizi fotografici, concerti live e video. Una per tutte la granitica Cher, ma più di recente Keisha, Kelly Clarkson, Celine Dion, Janet Jackson, Jennifer Lopez, Beyonce e la stessa Madonna. Senza dimenticare l’ormai trend setter Lady Gaga. Altre star del calibro di Kylie Minogue, Rihanna, Gwen Stefani, Shania Twain e Miley Cyrus hanno spesso usato i cuissardes.

Tuttavia gli eventi che segnano nuovamente il ritorno dei trampoli negli scaffali dei negozi sono due. Uno, nel 1990, con l’uscita del film “Pretty Woman”, interpretato da Julia Roberts. Gli stivali in Pvc, spesso rotti, portati dalla protagonista Vivian Ward hanno reso credibile la storia di questa cenerentola moderna. Sedici anni dopo, nel 2006, la versione “bon ton” dello stivale è riapparsa nel grande schermo, in un altro celebre film, il “Diavolo veste Prada”, dove la protagonista Andy Sachs, Anne Hathaway, indossava in una sequenza un paio di cuissardes di pelle nera, regalando agli stivali un fascino da brava ragazza.

Modelli e tipologie

Come tutte le scarpe i cuissardes sono fatti di svariati materiali, oltre alle pelli non mancano infatti i modelli in vinile, poliuretano o latex, tessuto e microfibra. Alcuni hanno la cerniera (laterale o lungo la linea posteriore) che parte dal tallone o dall’altezza della caviglia. Possono essere con tacchi bassissimi, normali, alti o persino altissimi, con o senza zeppa o montati su comodi platform. E’ inutile negarlo, il modello più diffuso è quello in pelle nera, o lattice, con il tacco a stiletto o a banana, dotato di laccetti e cerniera, alto fino a mezza coscia, simbolo delle donne che hanno scelto di essere “imprenditrici” di se stesse. Proprio questo tipo è il più reperibile sul mercato, si trova anche nelle bancherelle come nelle lussuose boutique, con prezzi variabili a seconda del materiale e delle rifiniture.
La differenza la fanno, lo ripetiamo, come sempre i materiali.

Se sono stivaloni in pvc tenderanno a essere meno avvolgenti con il tempo e necessiteranno di lacci e laccetti, inoltre, se sono verniciati, bisognerà stare attenti a che non perdano il rivestimento nei punti dove si piegano maggiormente (le ginocchia). C’è poi il modello in microfibra, in genere aderentissimo, senza cerniere, che si indossa come una calza. Ha quasi sempre tacco alto, spesso a stiletto o comunque di base rettangolare e plateau importante. A volte tale modello presenta tacchi più bassi e con una forma del piede dello stivale che ricorda il mocassino. Spesso, soprattutto nelle creazioni di alta moda, sono trasparenti, decorati con brillanti e disegni, come se fossero calze. Alcune creazioni, le più aggressive, per vere donne ammaliatrici sono pitonate, zebrate, leopardate e con il tacco rigorosamente a stiletto. Più pop, ma sempre moderni, i trampolieri in tinta unita, spesso in colori squillanti come il rosso o l’arancione. Altro tipo che si differenzia dal classico cuissarde sado-maso è quello con il tacco quasi assente, flat, in camoscio, dai toni tenui e spesso pastello.

Come scegliere

Come per tutte le scarpe che hanno fatto la storia del costume o che volete tenere nel vostro guardaroba da riproporre ogni tanto il consiglio è sempre questo: comprateli di buona fattura, magari facendo un piccolo investimento economico e rivolgendovi ad artigiani o ditte specializzate. Se invece volete indossare i cuissardes per la follia di una sera potrete trovarne diversi modelli per tutte le tasche anche nelle bancarelle. Ricordatevi inoltre che i cuissardes in microfibra o pelli morbidissime possono essere portati a lungo, mentre quelle in materiali plastici tendono a essere scomodi con il passare delle ore. Infine, prima di fare una spesa importante per i trampolieri, pensateci bene. All’inizio sono accattivanti, ma sono anche un accessorio che va portato in determinate occasioni (a meno che non sia con il tacco inesistente) e potreste rischiare di lasciarli spesso nell’armadio. Mettendo al centro dell’attenzione la gamba, valutate poi se sia il caso o meno di essere così “ardimentose”.

Come abbinarli

Nonostante la linea molto definita, non esiste solo lo stile “cortigiana”. Uno può essere il classico sono i cuissardes neri e lucenti, in pelle o in Pvc, lucidi, “cattivi”, abbinati con camice bianche e larghe, nastri e maniche ampie, da dandy, magari con una fascia in vita, e jeans aderentissimi infilati dentro, proprio da piratessa. Oppure con miniabiti neri, in maglia per sdrammatizzarne l’effetto, o con corredo di accessori borchiati per enfatizzarlo. Altro abbinamento è con miniabiti non fascianti, dalle fantasie floreali, meglio se in tinte fredde come azzurri e grigi, con nodi, incroci di tessuto, o giacchette in tinta. Pensate sempre al luogo dove andrete, se avete deciso di portare i cuissardes in outdoor. Se finite in un’osteria alla buona, non piratesca, con la tovaglia a quadrettini oppure in fila per il carrello della spesa. Insomma, sono stivali che vanno usati quando si esce “vestite per uccidere”, non per comprare il litro di latte. Ricordatevi sempre l’effetto boomerang: alcuni uomini vengono attratti dai cruissardes, altri spaventati. Studiate bene la preda prima indossarli per una serata galante.

Cuissardes ma non troppo. Coprono appena il ginocchio, come le calze parigine. Hanno un tacco accennato, a volte sono completamente flat. Non volgari, anche con i laccetti incrociati davanti a chiuderli. Sono affascinanti, seducenti, e non esagerati. Da portare sotto miniabiti che si fermano a metà coscia, minigonne a portafoglio, magari abbinate a spolverini. Evitate però l’effetto Matrix e non vestitevi totalmente di pelle nera. Il messaggio che lanciano è confortante, ma anche intrigante.

Gli anni Sessanta sono stati l’epoca d’oro dei cuissardes, abbiamo detto. E infatti c’è anche il modello da contestatrice. Tacco quasi inesistente, di camoscio e non avvolgenti, in toni chiari, dal beige al grigio, oppure Khaki. In Francia li chiamano “Q.I. sardes”, stivaloni per donne intelligenti. Anche per loro sono indicati miniabiti, magari di lana, pantaloncini e gonnellini scozzesi, da studentessa, con dolcevita sopra e giacca di velluto. Vanno bene persino con le gonne lunghe, scampanate, per far intuire quello che c’è sotto. I cuissardes, appunto.a far innamorare l’uomo d’affari senza cuore Richard Gere. In seguito, nel 2006, Anne Ataway, ci fa riscoprire in una scena de “Il diavolo veste Prada”, il lato chic dei cuissardes.

12. Ottobre 2020 · Commenti disabilitati su Come Scegliere l’Abbigliamento Sportivo · Categorie:Abbigliamento

L’abbigliamento sportivo è costituito da una serie di indumenti e accessori, sviluppati appositamente per consentire agli atleti di effettuare gli esercizi fisici in maniera più comoda e in alcuni casi migliorando le proprie performance.

Caratteristiche

Sono tante le persone di qualsiasi età che dedicano alcuni momenti della loro giornata allo sport, come dimostrano le palestre cittadine, sempre più affollate. Sono proprio le palestre ad aver alimentato questo ritorno allo sport, incrementando la propria offerta con nuove opzioni, ad esempio i corsi di aerobica, lo step, lo spinning, il fitboxe a tanti altri tipi di esercizi di tutti i tipi. D’altronde, è dai tempi degli antichi greci e romani che l’uomo si dedica alla cura del corpo, una passione che è giunta praticamente intatta fino ai nostri giorni, ma soprattutto una passione che ha subito anche la contaminazione dei trend e delle tendenze, evento che ha portato le persone a voler essere vestite bene e alla moda anche mentre praticano esercizio fisico. Il risvolto di questa fusione tra moda e sport ha portato a una maggiore attenzione da parte delle case di moda nei confronti dell’abbigliamento per lo sport e alla conseguente creazione di capi di abbigliamento sportivo che si possono tranquillamente indossare anche la di fuori della palestra.

Quando ci si appresta ad acquistare un capo destinato all’esercizio fisico ci sono in ogni modo alcune semplici direttive, dettate dal buon senso e dalla conoscenza di questo settore, da tenere in considerazione. Direttive che vanno comunque applicate alle proprie tendenze personali, al proprio gusto e alle personalissime abitudini di ognuno, sia in materia di attività sportiva che di particolari esigenze.

Comodità
La prima esigenza per chi si sta per intraprendere una qualsiasi attività sportiva è, ovviamente, che gli abiti che indossa siano comodi. Non devono quindi essere troppo stretti, poiché potrebbero impedire alcuni movimenti e addirittura bloccare la circolazione, ma al contrario non devono neanche essere eccessivamente larghi, in quando potrebbero essere di intralcio nello svolgimento di alcuni movimenti. Le cuciture troppo rigide sarebbero da evitare, come anche i tessuti che non sono in grado di adattarsi al corpo in movimento. Spesso il cotone, esteticamente non particolarmente attraente, è il materiale d’elezione per l’abbigliamento sportivo, per tutti questi motivi.
Traspirazione
Qualsiasi attività sportiva, sia praticata a livello agonistico che amatoriale, richiede un determinato sforzo fisico, a cui consegue necessariamente un incremento della sudorazione, proporzionato allo sforzo. Questo è il motivo per cui la scelta dei materiali con cui sono realizzati gli abiti da destinarsi all’attività sportiva dovrebbe orientarsi preferibilmente verso quelli più assorbenti e che permettono, allo stesso tempo, alla pelle di traspirare in modo corretto, lasciando a chi li indossa una gradevole sensazione di pulito e di freschezza. Al primo posto tra tutti i tessuti che possiedono queste proprietà c’è il cotone, seguito dal goretek e dalle microfibre, da preferire a fibre sintetiche di qualsiasi tipo. I materiali sintetici, infatti, mentre sono capaci di controllare la sudorazione, spesso portano a cattivi odori e all’insorgenza di allergie, dermatiti e addirittura infezioni.
Strati
L’attività fisica attraversa diverse fasi di intensità, per questo il nostro consiglio è di vestirsi a strati, per poter modificare l’abbigliamento in base allo sforzo che si sta effettuando. Solitamente il decorso di un’attività sportiva qualsiasi inizia con una fase di riscaldamento, seguita da una fase di sforzo intenso e, per concludere, una fase di defaticamento con stretching e allungamento dei muscoli. E ognuna di queste fasi ha ovviamente bisogno di un abbigliamento adatto. La prima fase e l’ultima, infatti, necessitano di coprirsi in modo più pesante, ad esempio con delle maniche lunghe in modo da mantenere costante la temperatura corporea, soprattutto se si fa esercizio all’aria aperta nei mesi più freddi dell’anno. La fase di sforzo intenso, invece, necessita di abbigliamento leggero e a maniche e gambe corte, per non intralciare i movimenti e assicurando alla pelle la massima traspirazione. Gli ‘strati’ di abbigliamento permettono di rimuovere e rimettere gli abiti più pesanti e coprenti, lasciando il corpo il più libero possibile nei momenti di massimo sforzo.
Lavaggio
Gli indumenti preposti all’attività fisica subiscono un uso intenso e ripetuto, vengono esposti all’aria, alle intemperie e al sudore e vanno quindi lavati ogni volta, dopo l’attività. È quindi indispensabile che siano realizzati con materiali facilmente lavabili e che non abbiano bisogno di cure particolari durante il lavaggio. Se gli abiti sportivi entrano in contatto con gli ambienti condivisi di una palestra, si dovrebbe aggiungere una soluzione disinfettante e antibatterica al detersivo tradizionale.
Colore
La scelta del colore di un indumento sportivo dovrebbe essere secondaria alla scelta della qualità e del tipo di tessuto utilizzato, per tutti i motivi che abbiamo appena elencato. Gli indumenti sportivi colorati infatti non devono perdere il colore né a contatto con il sudore, né durante i frequenti lavaggi spesso ad alte temperature. Oltre a questo, considerando la finalità per cui vengono indossati, i tessuti colorati non dovrebbero neanche contenere sostanze nocive per la salute.
Estetica
Se è vero che la componente estetica non è il primo fattore che dobbiamo tenere in considerazione quando ci apprestiamo ad acquistare degli indumenti sportivi, è anche vero che si possono comunque trovare capi alla moda capaci di soddisfare anche l’occhio.
Un pantalone da corsa realizzato con material traspirante, che sia comodo per lo sport, di un colore gradevole e che una volta indossato si adatta perfettamente alle forme del corpo sicuramente è da preferire a un pantalone altrettanto idoneo allo sport ma che non ci sta bene addosso o di un colore che non ci piace. E questo perché sentirsi bene e curare il proprio aspetto è importante e stimolante anche nello sport.

Tipologie

Il tipo di indumento e di accessorio varia ovviamente in base all’attività fisica a cui è preposto; esistono però dei capi comuni a praticamente tutti gli sport. Eccone una breve descrizione:

Intimo
Per il fatto che si trova a diretto contatto con le parti più delicate del nostro corpo, la biancheria intima per lo sport va scelta con particolare cura in quanto deve possedere alcune caratteristiche importantissime: ad esempio, deve essere in grado di assorbire il sudore prodotto dallo sforzo fisico e allo stesso tempo lasciare la pelle libera di traspirare correttamente. Non deve stringere, non deve ostacolare i movimenti durante lo sport, e nel caso del reggiseno deve offrire un giusto sostegno al seno. Quest’ultimo indumento va scelto rigorosamente senza ferretto e senza cuciture troppo sporgenti che potrebbero provocare irritazioni per via di uno sfregamento prolungato dato dal movimento che si sta eseguendo. Per quel che riguarda l’intimo maschile, sia che si preferiscano gli slip o i boxer, è importante che il tessuto sia traspirante.
Scarpe
Se escludiamo gli sport acquatici e di alcune ginnastiche e danze, praticamente tutte le altre attività sportive che si possono praticare prevedono l’uso di una scarpa. Che va scelta molto accuratamente, in quanto dal benessere del piede dipenderà anche la buona uscita dell’attività sportiva. Una scarpa per lo sport deve infatti essere comoda, della taglia giusta e deve offrire al piede un’adeguata protezione, soprattutto nel caso delle attività sportive che prevedono molto movimento e molti contraccolpi. La scarpa in questi sport è fondamentale per proteggere il piede e la caviglia da eventuali urti o distorsioni. È consigliabile scegliere la scarpa adatta all’attività sportiva che vogliamo praticare, in quando sono realizzate con un’attenzione particolare alle esigenze del piede di chi pratica quel particolare tipo di sport. Individuare subito la scarpa giusta scegliendo un modello di buona qualità ci permetterà di risparmiare, in futuro, sia soldi che salute!
Calze
Nei negozi di abbigliamento sportivo si possono trovare modelli di calza creati appositamente per l’attività sportiva: solitamente sono calzette corte e il materiale con cui sono realizzate è la spugna, che offre un maggiore isolamento del piede dalla scarpa e permette di assorbire più facilmente il sudore prodotto dal piede. Cercate di evitare le fibre sintetiche.
Pantaloni
Esistono tantissimi modelli di pantaloni per praticamente tutti gli sport e le attività da palestra, e si differenziano in base alla forma e al tessuto. Ci sono pantaloni in cotone, in felpa, sintetici, di microfibra e di acetato… l’importante è scegliere il modello che si conformi perfettamente sia alle nostre forme che all’attività a cui è destinato: deve essere aderente nel caso di attività come lo spinning o del ciclismo (questi ultimi sono solitamente provvisti anche di apposte imbottiture sui glutei), mentre può essere più largo nel caso in cui servano per la corsa, la danza o altre attività di corpo libero. Possono essere lunghi o corti: questo spesso si decide in base sia allo sport che alla stagione, soprattutto se l’attività che si desidera praticare si svolge all’aria aperta.
Fuseaux
I fuseaux sono tornati molto di moda negli ultimi anni, e vengono utilizzati sia dagli uomini che dalle donne per lo svolgimento di determinate attività sportive. Vengono preferiti ad altri tipi di pantaloni perché sono aderenti senza essere troppo stretti; sono quindi i pantaloni ideali per effettuare tantissimi tipi di movimento. Ne esistono di diverse lunghezze, da sopra il ginocchio fino alla caviglia, di tutti i colori e con e senza tasche. Oltre a questo, vengono preferiti anche perché sono un po’ più economici rispetto ai normali pantaloni.
Canottiera
Indossata tranquillamente sia dagli uomini che dalle donne, la canottiera è un elemento fondamentale della mise da palestra e per la sua praticità e per la sua valenza estetica è arrivata a sostituire quasi del tutto la classica maglietta. Anche in questo caso ne esistono di diversi modelli, larghi o stretti, lunghi o corti tipo top, di colori neutrali o con fantasie e tinte molto accese: anche in questo caso la scelta dipende dall’attività che si desidera svolgere e dal gusto personale di ognuno. In ogni caso, considerando che praticamente tutte le linee di abbigliamento inseriscono la canottiera nelle loro collezioni, non è un indumento difficile da trovare e la scelta è davvero molto estesa.
Felpa
La felpa è un elemento piuttosto importante nell’abbigliamento di uno sportivo, soprattutto in quanto aiuta a prevenire raffreddamenti dovuti a improvvisi sbalzi di temperatura. Per questo, viene indossata prevalentemente nelle fasi di riscaldamento prima dell’attività e nella fase di defaticamento, mentre si allungano i muscoli con lo stretching: in queste due fasi infatti la temperatura del corpo è soggetta a variazione e una buona felpa può evitare strappi e malanni. La felpa ideale per lo sport è a manica lunga, più o meno pesante in base anche alla stagione dell’anno, magari abbinata per colori e modello con i pantaloni della tuta; spesso vengono venduti insieme, in pendant, anche se si possono spezzare e abbinare come più aggrada.
Maglietta
La maglietta è l’indumento che per antonomasia viene associato alle attività sportive. Al di sopra delle mode e delle tendenze, la maglietta continua a sopravvivere per la sua praticità, per la varietà dei tessuti con cui si può realizzare, per la sua versatilità che la rende idonea a praticamente tutte le attività sportive e, non per ultimo, per il suo prezzo alla portata di tutti.
Fascia per il sudore
La fascia è un accessorio per lo sport particolarmente gradito da quegli sportivi che portano i capelli lunghi, in quanto consente di tenere la fronte libera, assorbendo allo stesso tempo buona parte del sudore della fronte che, in caso finisse negli occhi, potrebbe diventare fastidioso. La fascia è particolarmente utile quando si svolgono attività sportive all’aperto nei mesi freddi, in quanto protegge anche le orecchie e la fronte dal freddo.
Polsini
Alcune attività sportive, ad esempio il tennis o la pallavolo, prevedono l’uso dei polsini, solitamente realizzati in poliestere o spugna, che permettono di pulirsi velocemente il sudore dalla fronte senza doversi distrarre dall’azione sportiva in corso. Sono disponibili in tantissimi colori e possono anche completare una mise sportiva dal punto di vista estetico.
Guanti
Alcune attività sportive prevedono anche l’uso dei guanti fitness da palestra, per esempio il lavoro con attrezzi nelle palestre. In queste situazioni il guanto serve a migliorare la presa sui manubri, sui pesi e sugli attrezzi, arrivando anche ad evitare infortuni. Questo tipo di guanto è realizzato in finta o vera pelle, o comunque in materiali che assicurino la massima aderenza. Il guanto diventa un vero e proprio guantone indispensabile nell’allenamento in attività come il fitboxe, il kickboxing o la boxe, e presentano imbottiture e rinforzi adeguati all’utilizzo a cui sono preposti.
Scaldamuscoli
Realizzati in fibra sintetica, ciniglia o lana, gli scaldamuscoli sono un accessorio sportivo che viene indossato sul polpaccio all’inizio di un’attività sportiva come la ginnastica artistica o la danza, oppure nelle pause tra una sessione di allenamento e l’altra: il suo scopo infatti è quello di mantenere i muscoli caldi, evitando strappi e altri tipi di infortuni a livello muscolare. La loro popolarità raggiunse il suo apice qualche anno addietro grazie anche a film come Flashdance e Saranno Famosi, ma per la loro grande praticità sono un accessorio molto in uso anche oggi.
Gilet o giubbetto
Sono accessori che si indossano principalmente durante le attività sportive all’aria aperta, ad esempio il jogging o la corsa, e solitamente nei mesi freddi dell’anno, quando la felpa da sola non è sufficiente. Il giubbetto ripara dall’aria fredda e aiuta lo sportivo a mantenere costante la temperatura del corpo durante l’allenamento.
Asciugamano
L’asciugamano è ormai diventato il compagno inseparabile di chi frequenta palestre e sale attrezzi, anche perché in molte palestre è addirittura obbligatorio. La sua utilità in questo frangente infatti non è quella di detergersi il sudore ma di isolare il corpo dalle panche, dagli attrezzi e dai tappetini, che nel corso di una giornata vengono utilizzate da più e più persone. Ha quindi uno scopo più igienico che pratico.

Acquisto

Al giorno d’oggi non è difficile trovare tantissimi punti vendita virtuali che propongono ampie collezioni di abbigliamento sportivo, per tutti i gusti e per tutti gli sport. Con pochi click è possibile infatti ricevere direttamente a casa i capi acquistati, con lo svantaggio però che non è possibile provarli prima di comprare, come invece è consigliabile fare nel caso di qualsiasi acquisto di abbigliamento. Per ovviare al problema, si può acquistare un indumento in un negozio tradizionale, e poi acquistare lo stesso modello della stessa taglia, magari con colori diversi, in un negozio virtuale: sarete così sicuri di ricevere un indumento che vi calza alla perfezione, senza brutte sorprese.

07. Ottobre 2020 · Commenti disabilitati su Cavigliera – Come Scegliere il Migliore · Categorie:Accessori

La cavigliera è un’accessorio femminile indossata soprattutto durante i mesi estivi, ve ne sono diverse tipologie: colorate, d’oro e d’argento.

Origine

I gioielli in generale hanno un’origine antichissima e spesso nelle varie civiltà che ne facevano uso, erano portatori di significati particolari e di simbologie di cui si faceva portatore chi li indossava. Nel corso dei secoli, hanno ricoperto valori diversi, da semplice strumento di bellezza esibizione di potere, appartenenza a una certa classe. E’ interessante notare che alcuni gioielli (come la cavigliera) nati in un passato molto lontano siano stati accantonati per brevi periodi e ritornino ad essere di gran moda ai nostri giorni. Nel Medioevo i gioielli avevano varie simbologie ed erano considerati simboli in base a tre ordini: dal punto di vista pagano, si riteneva che le pietre dei gioielli avessero proprietà magiche e soprannaturali; secondo i più religiosi, i gioielli avevano il merito di congiungere spiritualmente ai propri cari defunti; addirittura, per preservare la credenza secondo cui ad indossare i gioielli erano coloro che appartenevano alle classi sociali più privilegiate, durante l’epoca medievale vennero emanate delle leggi per vietare alle classi più umili di indossare monili.

La cavigliera è un gioiello che storicamente veniva indossata dalle ballerine orientali ovviamente alla caviglia. Spesso erano provviste di piccoli sonaglietti, così da provocare dei suoni durante l’esecuzione delle danze. Oggi la cavigliera viene indossata con scopi unicamente estetici; è un ornamento molto diffuso tra le donne, specialmente in estate quando i nostri piedi sono più scoperti.

Tipologie

I materiali utilizzati sono l’argento, l’oro, e poi tutta una serie di pietre e gemme più o meno preziose che contribuiscono ad esaltarne le preziosità. Ne esistono di semplicissime, costituite da un unico filo sottile, e di più particolari, con fili che si intrecciano tra di loro, con anellini, cerchietti, cuori e con pendenti vari.

Molto carine quelle che hanno come ciondolo una lettera, che può essere la vostra iniziale ad esempio. Altre riportano lucchetti, crocette, fiorellini impreziositi da luminosi strass. A seconda dei gusti c’è chi ritiene che le più belle siano quelle il più semplici possibile, chi invece ricerca la particolarità, i colori e le forme più disparate. Tra i colori sono molto gettonati quelli prettamente estivi: corallo, turchese, bronzo.

Utilizzo

Considerando il punto in cui si indossa, generalmente chi ha una caviglia particolarmente attraente (sottile e fine) e vuole esaltarla anche agli occhi degli altri, indossa la cavigliera. Negli ultimi anni si è andata ad affermare la tendenza secondo la quale se la donna indossa la cavigliera a sinistra è ritenuta già impegnata e non più disponibile, mentre chi indossa la cavigliera sulla destra sarebbe una donna libera e senza alcun legame affettivo con l’altro sesso.

In realtà, sentendo le opinioni di chi la utilizza quello che si nota è che non tutte tengono conto di tale distinzione e anzi, tendono a scegliere la caviglia casualmente o comunque per comodità. E’ anche vero che ormai la cavigliera non viene più indossata solo da chi ha la fortuna di mostrare una caviglia particolarmente fine, ma da chiunque apprezzi tale ornamento.

Questo perché è comunemente considerata un accessorio molto sensuale, indipendentemente dalla caviglia su cui è indossata. Chiaramente, come tutti gli accessori di moda, ha avuto un boom negli ultimi anni. La moda impone che la cavigliera venga indossata a contatto con la pelle, mai sopra le calze, quindi risulta essere un accessorio prettamente estivo. Inoltre, non è più considerata come uno status symbol; quindi, e mi rivolgo agli uomini in questo caso, una donna che porta la cavigliera a destra non è detto che sia single e disponibile!

Tendenze

C’ è chi sostiene che l’uso crescente della cavigliera da parte di giovani donne e signore, vada di pari passo con una grande rivalutazione del piede negli ultimi anni. Oltre alla cavigliera, infatti, spopola l’anellino al dito del piede. Di conseguenza, anche tutto il piede viene curato di piu. Se in passato era la manicure a proporre stili e decori nuovi, oggi va tanto di moda anche la pedicure, estetico e curativo. C’è persino chi fa la ricostruzione delle unghie anche ai piedi. Il fascino delle mani, l’eleganza nel muoverle con grazia e armonia sembra essersi trasferito ai piedi. Da qui il diffondersi di atteggiamenti di estremo apprezzamento per tutto ciò che riguarda il piede nella sua totalità. Ma le novità non finiscono qui.!

Come tutte le cose più bizzarre, proviene dall’America un tipo molto ma molto particolare di cavigliera che permette di agganciare il proprio telefonino direttamente sulla caviglia. Considerato particolarmente utile, da chi per vari motivi non ha la borsetta con sé e non sa proprio dove mettere il suo inseparabile telefonino. In realtà, anche se a primo impatto può essere considerato un oggetto assolutamente superfluo, dobbiamo ammettere che il telefonino è un oggetto dal quale ormai non ci si separa praticamente mai.

Quindi se ad esempio vi trovate in discoteca, senza la borsetta, non temete, la vostra speciale cavigliera vi permette di tenere il vostro telefonino sempre a portata di. piede…in questo caso!!!

Dove acquistare

Risulta essere facilissimo trovare cavigliere in quasi tutti i negozi di accessori. Le gioiellerie sono piene di tali ornamenti non più soltanto nei mesi estivi, quando si indossano maggiormente, ma durante tutto l’anno. Come sappiamo per acquistare una cavigliera possiamo utilizzare il canale della vendita diretta, e recarci quindi personalmente in negozio, oppure possiamo avvalerci di acquisti on-line, che oggi risultano molto più sicuri rispetto al passato, soprattutto se ci rifacciamo ai siti più affidabili e sicuri. Con l’acquisto diretto avrete la certezza di poter provare la cavigliera direttamente prima dell’acquisto, perché chiaramente ognuno ha una caviglia più o meno sottile. Alcuni modelli di caviglie propongono due o tre diverse misure, per dare la possibilità anche alle più “rotondette” di trovare la misura adatta.

Altri marchi, invece, propongono una misura standard. Per chi ha questo tipo di problema vi consiglio di prediligere l’acquisto diretto, così sarete sicure che il vostro acquisto sia adatto a voi. Chi, invece, non ha particolari problemi di sottigliezza della caviglia può anche scegliere di acquistare on-line.

Come tutte le mode gettonate del momento, è facilissimo trovare splendide cavigliere provenienti da ogni parte del mondo anche nei mercatini storici, naturalmente a costi inferiori. Raramente, si trovano nei mercatini cavigliere di lusso, provviste di vere pietre. Solitamente si tratta di materiali meno preziosi, ma comunque resistenti. D’ altronde il costo di tali cavigliera rispecchia la qualità.

28. Settembre 2020 · Commenti disabilitati su Bikini – Come Scegliere il Migliore · Categorie:Abbigliamento

Anche se oggi è estremamente comune trovare persone che lo indossano in spiaggia, il bikini ha creato uno scandalo così forte nella società che lo vide nascere che molti all’inizio si rifiutarono di indossarlo. Dalla sua introduzione, tuttavia, si è guadagnato il favore dei frequentatori di spiagge e piscine, diventando uno dei costumi da bagno più popolari. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere il modello di bikini in base a criteri di qualità, prezzo e corretta informazione per il consumatore.

Caratteristiche

L’abbigliamento a due pezzi femminile risale almeno al quarto secolo, quando i ginnasti romani indossavano abiti molto simili ai costumi da bagno moderni. La versione attuale, tuttavia, è stata brevettata nel 1946 dai designer francesi Jacques Heim e Louis Reard. In concorrenza tra loro per creare il “vestito da bagno più piccolo al mondo”, Heim e Reard usarono uno spettacolo di moda francese per introdurre una striminzito abito a due pezzi, così scollato che per la prima volta lasciava nudi la schiena e l’ombelico di chi lo portava. Dopo un’iniziale violenta reazione pubblica per via della natura poco modesta di questo indumento, il bikini cominciò lentamente a guadagnare consenso, prima lungo la riviera francese e, successivamente, negli Stati Uniti. Dal 1960 è diventato un elemento portante sulle spiagge americane ed è apparso in programmi dedicati a surf e spiagge. Nei cinque anni successivi si sono succedute diverse varianti del costume da bagno, che è diventato sempre più scollato. Il modello di base, tuttavia, è rimasto lo stesso.

L’origine della parola bikini può essere motivo di confusione: dato che il prefisso latino “bi” significa “due” e sembra applicarsi bene alla natura a due pezzi di questo costume da bagno, è facile concludere che il nome provenga dalla traduzione della radice latina. In realtà non è così. Il nome ha radici legate al marketing e alla pubblicità. Il termine è tratto dall’atollo e dalla barriera corallina dell’isola di Bikini, entrambi siti di test sulla bomba atomica durante la seconda guerra mondiale. Anche se ci sono alcune speculazioni sul motivo per cui sia stato scelto prprio questo nome, l’ipotesi più accreditata è che Reard ritenesse che questo costume avrebbe prodotto tra la popolazione reazioni con effetti molto simili a quelli di una bomba atomica.

Prima della sua introduzione, le donne non erano solite scoprire il proprio corpo in spiagge o piscine pubbliche. Le prime cabine per cambiarsi in spiaggia e i parei nati negli anni ‘20 non ricevettero una grande approvazione, esattamente come successe all’inizio per il bikini. Durante gli anni ’30 e ’40 iniziò ad aumentare la popolarità dei film e i codici di abbigliamento cominciarono ad allentarsi un pò, anche se il codice di condotta interno osservato dai registi ancora vietava di mostrare aree sensibili del corpo femminile, come l’ombelico e la schiena.

Negli anni ’50, questo indumento da bagno ha iniziato ad acquisire popolarità nelle aree più tolleranti d’Europa, e la star francese Brigitte Bardot fu fotografata in bikini nel 1953. Con il diffondersi di piscine private nel retro di casa durante gli anni ’50, le donne americane divennero sempre più audaci e sicure di sé. Nel 1962, fece ripetute apparizioni nei media americani, e Sports Illustrated mise un bikini bianco sulla copertina del suo primo numero dedicato al costume da bagno nel 1964. Con la rivoluzione sessuale degli anni ’60 in pieno svolgimento, il bikini finalmente venne sdoganato. Nel 1967 un articolo della rivista Time dichiarò che il 65% delle donne americane lo indossava ormai abitualmente.

Con l’aumento del consenso pubblico, questo costume da bagno si diffuse ovunque. Oltre che durante le gite in spiaggia o le feste a bordo piscina, il bikini poteva essere visto anche in pubblicità, film e anche sulle copertine di alcuni dischi. Entro la fine del XX secolo l’industria della moda spinse il sex appeal all’estremo, consentendo alle donne di mettere a nudo la vita con maglioncini, polo e altri abiti casual. Nonostante la sua diffusione, la società moderna ritiene ancora che un costume da bagno succinto non sia per tutti.

Come Scegliere un Bikini

Quando arriva l’estate, la temutissima prova costume mette tutti in agitazione. Il costume da bagno infatti mette a nudo tutti i difetti più evidenti, non solo gli inestetismi, ma anche forme e proporzioni non perfette. È comunque possibile scegliere il costume in modo tale da riuscire a deviare l’attenzione di chi guarda in modo da esaltare le proprie potenzialità. Cominciamo dal classico triangolo, da sempre alla ribalta nelle spiagge di tutto il mondo, che però può essere sfoggiato con disinvoltura solo dalle più magre, che abbiano grande un seno piccolo e le spalle non troppo larghe. Se rispondete a questi requisiti, potrete mostrare con orgoglio il vostro bikini anche nella versione con i laccetti. Passiamo ora ai fianchi larghi, caratteristica che accomuna molte donne mediterranee.

Concedetevi tranquillamente gli slip a vita bassa, a patto che non abbiate però spalle troppo larghe, poiché questo tipo di costume tende ad evidenziarle. State attente ai modelli a culotte che, sebbene siano grandi alleati per mascherare inestetismi come smagliature e cellulite, rischiano di appesantire la figura soprattutto nelle più basse. Chi ha i fianchi stretti, viceversa, dovrebbe indossare slip a vita alta, che slanciano il fisico e arrotondano visivamente i fianchi. Uguale consiglio va a quelle che vogliono coprire i chili di troppo depositati sulla pancia. Perché poi non osare con il costume intero? Perfetto per chi ha necessità di camuffare forme troppo generose, chiaramente da evitare se avete curve che volete risaltare. Per quelle donne che non possono contare su un bel decolleté a causa delle spalle strette, si può consigliare un modello a bikini di quelli che si allacciano dietro al collo. Anche i colori possono fare il loro effetto: provate quindi ad utilizzare i costumi che hanno gli slip di un colore diverso rispetto al pezzo di sopra.

Passiamo ora alle decorazioni dei costumi: nastri, fiocchi, drappeggi sicuramente non stanno bene a fisici alti e prosperosi, ma sono molto carini e molto sbarazzini addosso alle più piccole, non per forza magrissime. Per quel che riguarda i piccoli inestetismi, la pancette può essere facilmente nascosta con un costume a vita alta, con una fascia drappeggiata, in modo da celare anche le buffe, ma non belle esteticamente, maniglie dell’amore. Per la cellulite invece ottimi i modelli con culotte o i costumi interi stile anni 50’, magari con qualche fantasia alla marinara per rendere ancora di più. Anche i seni abbondanti, se non sapientemente valorizzati, possono diventare brutti a vedersi: evitate assolutamente i reggiseni a triangolo, tralasciate le fasce che non rendono giustizia al vostro punto di forza, e puntate invece per dei reggiseni col ferretto, in modo tale da garantire anche il giusto sostegno.

Passiamo ora ai piccoli stratagemmi: se avete spalle molto piccole e sproporzionate rispetto ai fianchi, puntate tutto sul seno adottando un modello push-up da allacciare però dietro al collo per ottenere un effetto di allargamento del decolleté.
Per le carnagioni più chiare, che rischiano sempre di fare la figura dei fantasmi in spiaggia, dimenticate i colori scuri e adottate tinte pastello. Evitate chiaramente il bianco, che va meglio quando si è già presa un po’ di abbronzatura. Per chi ha gli occhi chiari, un costume dello stesso colore esalterà ancora di più il vostro sguardo. Fantasie e decorazioni, se di piccola entità, esaltano un fisico minuto, mentre per le più alte meglio che i disegni siano più grandi. Anche per i costumi, vale infine la regola che i colori chiari riempiono, mentre quelli scuri snelliscono: se il vostro problema sono le sproporzioni, potete usare questo trucco per enfatizzare le parti più piccole e snellire le più grosse prendendo un costume di due diverse tonalità.

28. Settembre 2020 · Commenti disabilitati su Giubbotto Invernale da Uomo – Come Sceglierlo e Come si Indossa · Categorie:Abbigliamento

Il giubbotto è un indumento utile a proteggersi dal freddo invernale, al suo interno è spesso contenuta una imbottitura in cotone o lana, in grado di non far penetrare l’aria fredda. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere i migliori giubbotti invernali da uomo in base a criteri di qualità, prezzo, offerte e corretta informazione per il consumatore.

Osservando le possibili distinzioni, spicca la differente lunghezza: solitamente arriva fino alla vita, ma non sono rari quelli che coprono la parte alta dei pantaloni; esistono poi dei modelli particolari che si fermano all’altezza dell’ombelico, o arrivano addirittura fino ai piedi.La presenza del cappuccio è un altro elemento variabile di questo capo. Esso può non esserci, essere stabilmente attaccato all’indumento, oppure essere removibile, tramite una pratica cerniera.

Infine alcuni modelli sono sprovvisti di maniche (ed assumono in questo caso il nome di gilet imbottiti o di giubbotti gilettati) mentre altri presentano un gilet in giubba al loro interno, facilmente removibile tramite una cerniera. In sintesi è opportuno sottolineare la varietà di questo indumento, le cui importazioni sono regolate dalla Convenzione di Washington e il cui utilizzo è principalmente maschile. Le donne infatti possono tranquillamente scegliere di portare un giubbotto, ma soffrendo maggiormente il freddo, prediligono più spesso il caldo cappotto.

Sul mercato è possibile trovare una vasca scelta di prodotti, vediamo insieme come sceglierli nel modo più conveniente:

Bomber
Si presenta piuttosto corto, con elastico in vita e ai polsi, maniche ampie e chiusura con cerniera lampo. I colori dell’indumento sono molti, anche se il più diffuso è senza dubbio quello verde mimetico. Ma da dove arriva il bomber? Quale è la sua origine? Originariamente esso fu ideato per i piloti che, avendo aeroplani da guerra con abitacolo aperto, necessitavano una protezione dal vento e dal freddo. La Royal Flying Corps sin dal 1915 dotò i propri piloti di giacche a vento, che divennero poi i futuri bomber. Essi entrarono nel mondo della moda tra gli anni 70 e gli 80, e spesso furono utilizzati come simbolo e riconoscimento da diverse culture e gruppi. Si ricordino, per esempio, gli skinhead degli anni 90, o la cultura hip hop degli inizi del 2000. Oggi è privo di riferimenti simbolici, ma rimane comunque un capo di grande diffusione.

Chiodo
Dalla sua comparsa ad oggi, ha mantenuto lo stesso design; è rimasto tuttavia aperto alle mode del tempo, presentando borchie e catene nei metallari anni 80, e linee più aderenti e sagomate negli anni 90 e nel 2000, per far sì che anche le donne lo indossassero. E’ indiscutibilmente uno dei modelli più presenti nell’immaginario cinematografico italiano. Come non pensare a Marlon Brando ne Il selvaggio del 1953, oppure a James Dean che lo indossa in Gioventù bruciata, due anni dopo? Chi non ricorda Tom Cruise in Top Gun? Questa serie di film non solo ha contribuito ad una ulteriore diffusione del chiodo fra gli anni 70 ed 80, ma ha anche favorito l’associazione del chiodo ad alcune culture come quella biker, greaser, punk, rock musicale. Addirittura nel 2007 è stato prodotto un chiodo protettivo per motociclisti, per celebrare Marlon Brando che era solito guidare una Triumph Bonneville, nel film Il Selvaggio. La casa motociclistica stessa ha optato per la produzione di questo particolare chiodo, e lo ha dotato di protezioni amovibili su spalle e gomiti, inserti in riflex, e doppie cuciture.

Piumino
Il piumino è un capo d’abbigliamento che deve il suo nome al materiale della sua imbottitura, la piuma d’oca. Tale imbottitura permette, a chi indossa questo tipo, di sentire caldo, ma nel contempo di non portare un indumento troppo pesante. La sua origine è sportiva, ma la sua natura è presto divenuta casual, in seguito alla moda dei paninari di metà anni 80. Il problema del piumino potrebbe essere quello del “gonfiore”, della voluminosità dell’indumento. Per ovviare a questo, spesso si sono applicate nei piumini delle cuciture a liste, per fermare ed appiattire il tessuto. Evoluzione dell’anorak, il piumino è presente oggi in tutte le lunghezze, dalla classica che si ferma alla vita, alla più recente che scende fino ai piedi.

Anokar
Le antiche popolazioni Inuit erano solite indossare dei modelli in pelli di renna o foca, per tentare di sconfiggere il freddo pungente. Sono questi gli indumenti antenati dell’anokar, un giubbotto impermeabile che presenta un cappuccio, in alcuni casi con il bordo di pelliccia, ed offre la possibilità di abbottonarsi ed incernierarsi fino al collo. Non è raro oggi trovarlo in fibra sintetica, in nylon soprattutto, materiali che si sono iniziati ad utilizzare dalla seconda metà del 900.

Eskimo
Questa tipologia, come si intuisce anche dal nome, ci riconduce agli abitanti del circolo polare artico. Come è fatto? Risulta fondamentale nella sua descrizione sottolineare la presenza di un cappuccio bordato di pelo e larghe tasche, la caratteristica di essere di semplice fattura, e quella di possedere una buona tenuta termica, grazie alla maglia elastica dei polsi. Può essere lungo fino alle ginocchia, o arrivare a mezza coscia; possono variare anche i colori, di frequente tendenti al blu scuro o al verde militare. Nel periodo iniziale della sua diffusione, l’eskimo si poteva trovare solo in negozi di articoli ex-militari; pian piano la sua presenza aumentò di consistenza, passando dalle botteghe specializzate di jeans alle bancarelle di mercato, per poi diffondersi definitivamente. La sua caratteristica di possedere un prezzo accessibile a tutti contribuì a farlo divenire il simbolo del proletariato, durante le rivolte studentesche del 1968; per estensione, negli anni successivi, chi portava l’eskimo era identificato come militante o simpatizzante di sinistra, similmente a quanto avvenne in seguito per la kefiah palestinese.

Gilet imbottito
Nasce in ambito sportivo, particolarmente nel golf, canottaggio, vela, corsa e sci nautico, ovvero in tutte quelle discipline che necessitano la libertà di movimento delle braccia e contemporaneamente una protezione del corpo. Infatti esso è sprovvisto di maniche e solitamente indossato sopra la giacca o il cardigan, e sotto l’impermeabile. Gli stessi golfisti ne fanno uso sopra il golf, e sotto il Kway.

Barbour
Risulta essere il tipico modello di origine inglese e che divenne in “auge” negli anni ’90. I colori classici del barbour sono il verde militare e il blu petrolio e la loro caratteristica principale è quello di essere al 100% impermeabile, in quanto la parte esterna ha un rivestimento in cera. Tale rivestimento poteva essere abbinato al giubbotto ogni qualvolta finiva l’effetto dell’impermeabilità. Il barbour nasce come giubbotto adatto per lo spot dell’equitazione e infatti anche la sua vestibilità risulta idonea a chi praticava questo sport: sono dotati di bottoni sui fianchi in modo da poterlo sbottonare anche il sella al cavallo. Il barbour può rendersi più caldo con l’aggiunta di un gilet in pelo sintetico che si aggancia facilmente all’interno con dei pratici bottoni. Al contrario, resta un modello non particolarmente caldo.