Di stivali per donna ne esistono infiniti modelli per tutti i tipi di abbigliamento. Indossarli, come abbinarli, non dipende solo dal freddo, ma soprattutto dallo stato d’animo, dai gusti e dal tipo di gamba. Già perché non tutti i modelli stanno bene a tutte e se si sceglie quello sbagliato si può rovinare una mise perfetta. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere il modello di stivali da donna in base a criteri di qualità, prezzo, convenienza e corretta informazione per il consumatore.
Stivaletti
Viene così indicato un modello di stivale che in genere arriva oltre la metà polpaccio, ma non sotto al ginocchio. La punta è spesso allungata (gli anni ’80 ne sono stati un esempio) e sono presenti stringhe e altri fermagli, oltre alla cerniera, per tenere chiuso lo stivale. Possono essere molto preziosi per chi è di corporatura robusta o pratica sport e ha i polpacci sviluppati. Infatti il segreto sta nel taglio dell’apertura. Se è a “V” (modello “stivale da cow boy”) o molto ampia (come nella foto per intenderci), la grossezza del polpaccio viene minimizzata e la gamba slanciata. L’effetto migliora se si abbinano tacchi alti, anche a stiletto, e punta allungata oppure dotata di plateau consistente.
Inoltre, l’apertura della scollatura renderà agevole l’indossare la scarpa e permetterà di muoversi senza sentirsi troppo costrette. In genere, inoltre, i modelli pensati per chi ha un polpaccio importante, hanno un elastico che modella il collo dello stivale alla gamba. Una volta scelto lo stivaletto, è meglio abbinarlo a gonne appena sopra il ginocchio e in ogni caso non troppo lunghe. E’ da evitare che l’unica parte scoperta della gamba sia il polpaccio. Se avete uno stile molto originale potreste abbinare pantaloni larghi, con taglio alla zuava, da infilare direttamente all’interno dello stivale, soprattutto se, lo ripetiamo, il collo è asimmetrico e fermato da laccetti.
Cuissard
Sono gli stivali a calzamaglia, mitici negli anni Settanta e mai passati di moda. Sogno per molte ma non per tutte. Consigliati a giovanissime o a chi ha le gambe perfette perché sono aderentissimi al corpo. Un modello che fece epoca, oltre a quello del film Pretty Woman, è stato un coraggioso ma stellare stivale calzamaglia di Alexander McQueen, di tessuto trasparente, che avvolgeva due decollété color carne, decorato di cristalli a forma di cuore e cascate.
Tornando ai classici cuissard, per evitare l’effetto troppo vintage, o da “donna poco per bene”, è meglio scegliere modelli non di vernice nera, ma magari multicolore e pieni di decori, anche ricoperti da pizzi. Da abbinare con gonne cortissime e hot pants, magari con qualcosa di largo sopra. Negli ultimi anni vanno molto di moda i cuissard appena sopra al ginocchio, come se fossero delle calze francesine, in questo caso abbinati a zeppe altissime e tacchi a stiletto. Bisogna stare molto attente nell’acquisto di questi stivali che sono difficilmente portabili tutti i giorni o anche per una semplice serata. Avere il carattere e l’attitude giusti. Insomma, essere un po’ sfrontate.
Polacchine
Anche questi stivaletti sono stati molto in voga negli anni Settanta e si presentano in vari modelli, dai più “maschili”, senza tacco, non sagomati, con l’imbottitura in pelliccia a volte evidente (le Clarks per intenderci), a quelle sagomate, magari con punta tonda e tacco alto e l’imbottitura-decoro di pelliccia. Anche in questo caso per indossarle l’importante è essere di corporatura media, infatti se sono molto larghe tendo a rendere tozzo il piede.
Se sono molto strette bisogna sempre tenere d’occhio l’effetto che fanno sui polpacci. Per i modelli non alti, oltre ai vestitini bon ton, con gonna a ruota e ad altezza ginocchio, si possono indossare con pantaloni a zampa d’elefante e gioielli etnici, proprio per dare un tocco anni Settanta all’abbigliamento. Per chi vuole uno stile più comodo esistono polacchine più semplici, stile scarpetta da boxeur, bicolori, con laccetti incrociati dalla punta alla caviglia (da indossare esclusivamente con abiti sportivi e o gonne cortissime e sempre se il polpaccio lo “permette”).
Francesine o Richelieu
E’ parante lontana e sexy della polacchina, solo che il tacco è quasi sempre presente: a stiletto, oppure quadrato, a rocchetto o a banana, le pelli e i tessuti impiegati molto raffinati, e la punta affusolata. Ne esiste anche la versione maschile (con tacco basso). Si distinguono dalle polacchine per le stringhe, spesse, in evidenza con cui vengono chiuse da un vistoso fiocco. Da indossare sotto a gonne di media misura, a longuette molto strette, con i pantaloni se si desidera uno stile new romantic, un po’ dandy.
Ne esistono di vari modelli, spesso decorati con pelli metallizzate, cristalli, o ricami in evidenza. Famoso quello realizzato nel 2008 da Cesare Paciotti dedicato alla neo frist lady francese Carlà Sarkozy, da cui ne prende il nome, realizzato in broccato veneziano dai riflessi argentei e la stringa di raso blu (nella foto).
Anfibi e studded boots
Non è necessario essere punk, dark o grunge per portare gli anfibi. Ma va ricordata una cosa: sono e sempre saranno accessori nati per i militari. Ottimi per l’aderenza al terreno, per percorrere qualsiasi tipo di strada urbana e non, hanno solo un inconveniente: spesso la pelle s’indurisce troppo e diventano scomodi da portare. Inoltre, prima di camminare agevolmente con loro dovrete attendere un po’, dopo, se i materiali sono di qualità, diverranno come una seconda pelle. Già ma con cosa abbinarli? Come portarli?
Innanzitutto, se avete le gambe o le caviglie grosse evitate di portarli con la gonna. Ricordatevi inoltre che gli anfibi hanno una punta molto tonda e un corpo della scarpa “importante” il che riduce visivamente le dimensioni del piede. Se siete molto alte potreste sembrare dei “giganti” che, paradossalmente, camminano su piedi piccolissimi. Come abbinarli. Non con tute, abiti da lavoro, salopette, giubbotti imbottiti. Anche le gonne sono out. Con gli anfibi le scelte sono estreme: o uno stile iper-maschile, oppure molto femminile.
Nel primo caso i classici jeans, anche aderentissimi, giacche di pelle, oppure tessuti dai disegni militari, ma, per non sembrare uscite da una caserma è meglio essere sempre truccate e perfettamente pettinate. Oppure, se si sceglie lo stile femminile, dare una strizzatina d’occhio allo stile glam rock. Infatti negli ultimi anni sono diventati in auge, soprattutto tra le giovanissime, i biker-studded boots. Anfibi di diversa forma e altezza impreziositi con cristalli, disegni di metallo sia oro che argento, fregi sempre metalizzati. Ideali con jeans molto stretti e magliette larghe stampate. Ottimi se abbinati a pochette sempre con lustrini. Vanno bene, anche nella versione classica, con abiti aderenti, magari dai tessuti preziosi, velluti, lucidi e lavorati, oppure di lana morbida che fasciano il corpo, rigorosamente scollati. Anche portati su calze a rete o ricamate. Contrasto che dà un’aria sexy anche se molto anni Ottanta.
Stivali al ginocchio
Sono i più comuni. Alcuni riprendono i modelli classici maschili, un po’ militare, dalla punta squadrata, con la fibbia in evidenza e magari il tacco alto e squadrato. A volte opache, a volte di vernice. Altri sono dei veri e propri stivali da pioggia, di gomma, negli ultimi anni colorati nei modi più fantasiosi. C’è anche il modello platform boots, alto fin sotto al ginocchio, molto audace, fetish, dal tacco alto e squadrato, con una serie di stringhe allacciate o lacci incrociati per tutta la lunghezza dello stivale.
I pelle nera sono il must, ma ne esistono ormai di tutti i colori. Ottimi abbinati con microgonne (tipica “divisa” in tartan scozzese, con camicia bianca e cravattino da scolaretta). Devono essere portati con attenzione da chi non ha la gamba particolarmente affusolata. In genere gli stivali al ginocchio vengono abbinati a gonne a portafoglio di media lunghezza, per aumentarne lo stile rigoroso, con sopra cardigan e camice. Meno da “dure”, la versione in pelli dai toni caldi con collo rotondo, punta tonda e poche cuciture, tacco quasi inesistente, da mettere praticamente con tutto, spesso dentro ai pantaloni, stile cavallerizza.
Stivali a tronchetto o ankle boots
Si distinguono dagli altri stivali alti fino alla caviglia per la tomaia compatta, molto sagomata, l’assenza di décolleté, il tacco quasi sempre alto, a stiletto o a banana. Un requisito ormai fondamentale per i veri tronchetti glamour è il plateau importante, di 3 o 4 centimetri. Molto amati dagli stilisti e dalle donne per la forma particolarmente femminile che conferiscono al piede pur coprendolo completamente.
Spesso la punta è tagliata e presenta un foro, oppure, nei modelli più “estivi” la tomaia è forata, tagliata o a stringhe. E’ considerato lo stivale che sta bene con tutto, gonne, pantaloni, minigonne, persino abiti lunghi da sera, ma dotati di profondi spacchi. Si possono portare tutti i giorni sotto ai jeans o ad altri pantaloni casual, meglio se molto attillati (magari abbinati a una giacca larga, da evitare i bolerini per non fare l’effetto “torero”). In genere sono monocolori e possono “sopportare” tinte molto aggressive senza sembrare ridicoli. Esistono forme impreziosite da pelli metallizzate, decori, cristalli, più adatte per la sera.
Ugg
E’ il marchio degli stivali di montone inventati dai surfisti australiani. A disegnarli è stato infatti il surfista Shane Stedman per risolvere un inconveniente tipico del surf, come riscaldare velocemente i piedi dopo aver cavalcato le onde dell’oceano. Nel 1971 il marchio venne registrato ma solo nel continente dei canguri. Nel 1978 un altro surfista, Brian Smith, pensò di registrare il marchio anche in America. Oggi gli Ugg sono noti in tutto il mondo per la fortuna che hanno avuto con le star di Hollywood.
Nonostante la loro apparenza decisamente “invernale” vengono sfoggiati soprattutto in estate. Il loro successo è tale che ne esistono di diverse colorazioni, non solo il classico sabbia, anche in colori pastello per bambini e teen-ager. Tuttavia, se si guarda allo stile, sono tra gli accessori più importabili. In genere stanno bene a ragazze giovani, molto magre (il taglio al polpaccio e la non sagomatura del calzare rende massicce anche le gambe più sottili), con shorts o minigonne cortissime, magari abbinati a canotte di taglio maschile. Ma sono stati adocchiati anche su red carpet prestigiosi, sotto abiti da sera. Un consiglio, portateli solo d’inverno e quando fa veramente freddo.