Il giubbotto è un indumento utile a proteggersi dal freddo invernale, al suo interno è spesso contenuta una imbottitura in cotone o lana, in grado di non far penetrare l’aria fredda. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere i migliori giubbotti invernali da uomo in base a criteri di qualità, prezzo, offerte e corretta informazione per il consumatore.
Osservando le possibili distinzioni, spicca la differente lunghezza: solitamente arriva fino alla vita, ma non sono rari quelli che coprono la parte alta dei pantaloni; esistono poi dei modelli particolari che si fermano all’altezza dell’ombelico, o arrivano addirittura fino ai piedi.La presenza del cappuccio è un altro elemento variabile di questo capo. Esso può non esserci, essere stabilmente attaccato all’indumento, oppure essere removibile, tramite una pratica cerniera.
Infine alcuni modelli sono sprovvisti di maniche (ed assumono in questo caso il nome di gilet imbottiti o di giubbotti gilettati) mentre altri presentano un gilet in giubba al loro interno, facilmente removibile tramite una cerniera. In sintesi è opportuno sottolineare la varietà di questo indumento, le cui importazioni sono regolate dalla Convenzione di Washington e il cui utilizzo è principalmente maschile. Le donne infatti possono tranquillamente scegliere di portare un giubbotto, ma soffrendo maggiormente il freddo, prediligono più spesso il caldo cappotto.
Sul mercato è possibile trovare una vasca scelta di prodotti, vediamo insieme come sceglierli nel modo più conveniente:
Bomber
Si presenta piuttosto corto, con elastico in vita e ai polsi, maniche ampie e chiusura con cerniera lampo. I colori dell’indumento sono molti, anche se il più diffuso è senza dubbio quello verde mimetico. Ma da dove arriva il bomber? Quale è la sua origine? Originariamente esso fu ideato per i piloti che, avendo aeroplani da guerra con abitacolo aperto, necessitavano una protezione dal vento e dal freddo. La Royal Flying Corps sin dal 1915 dotò i propri piloti di giacche a vento, che divennero poi i futuri bomber. Essi entrarono nel mondo della moda tra gli anni 70 e gli 80, e spesso furono utilizzati come simbolo e riconoscimento da diverse culture e gruppi. Si ricordino, per esempio, gli skinhead degli anni 90, o la cultura hip hop degli inizi del 2000. Oggi è privo di riferimenti simbolici, ma rimane comunque un capo di grande diffusione.
Chiodo
Dalla sua comparsa ad oggi, ha mantenuto lo stesso design; è rimasto tuttavia aperto alle mode del tempo, presentando borchie e catene nei metallari anni 80, e linee più aderenti e sagomate negli anni 90 e nel 2000, per far sì che anche le donne lo indossassero. E’ indiscutibilmente uno dei modelli più presenti nell’immaginario cinematografico italiano. Come non pensare a Marlon Brando ne Il selvaggio del 1953, oppure a James Dean che lo indossa in Gioventù bruciata, due anni dopo? Chi non ricorda Tom Cruise in Top Gun? Questa serie di film non solo ha contribuito ad una ulteriore diffusione del chiodo fra gli anni 70 ed 80, ma ha anche favorito l’associazione del chiodo ad alcune culture come quella biker, greaser, punk, rock musicale. Addirittura nel 2007 è stato prodotto un chiodo protettivo per motociclisti, per celebrare Marlon Brando che era solito guidare una Triumph Bonneville, nel film Il Selvaggio. La casa motociclistica stessa ha optato per la produzione di questo particolare chiodo, e lo ha dotato di protezioni amovibili su spalle e gomiti, inserti in riflex, e doppie cuciture.
Piumino
Il piumino è un capo d’abbigliamento che deve il suo nome al materiale della sua imbottitura, la piuma d’oca. Tale imbottitura permette, a chi indossa questo tipo, di sentire caldo, ma nel contempo di non portare un indumento troppo pesante. La sua origine è sportiva, ma la sua natura è presto divenuta casual, in seguito alla moda dei paninari di metà anni 80. Il problema del piumino potrebbe essere quello del “gonfiore”, della voluminosità dell’indumento. Per ovviare a questo, spesso si sono applicate nei piumini delle cuciture a liste, per fermare ed appiattire il tessuto. Evoluzione dell’anorak, il piumino è presente oggi in tutte le lunghezze, dalla classica che si ferma alla vita, alla più recente che scende fino ai piedi.
Anokar
Le antiche popolazioni Inuit erano solite indossare dei modelli in pelli di renna o foca, per tentare di sconfiggere il freddo pungente. Sono questi gli indumenti antenati dell’anokar, un giubbotto impermeabile che presenta un cappuccio, in alcuni casi con il bordo di pelliccia, ed offre la possibilità di abbottonarsi ed incernierarsi fino al collo. Non è raro oggi trovarlo in fibra sintetica, in nylon soprattutto, materiali che si sono iniziati ad utilizzare dalla seconda metà del 900.
Eskimo
Questa tipologia, come si intuisce anche dal nome, ci riconduce agli abitanti del circolo polare artico. Come è fatto? Risulta fondamentale nella sua descrizione sottolineare la presenza di un cappuccio bordato di pelo e larghe tasche, la caratteristica di essere di semplice fattura, e quella di possedere una buona tenuta termica, grazie alla maglia elastica dei polsi. Può essere lungo fino alle ginocchia, o arrivare a mezza coscia; possono variare anche i colori, di frequente tendenti al blu scuro o al verde militare. Nel periodo iniziale della sua diffusione, l’eskimo si poteva trovare solo in negozi di articoli ex-militari; pian piano la sua presenza aumentò di consistenza, passando dalle botteghe specializzate di jeans alle bancarelle di mercato, per poi diffondersi definitivamente. La sua caratteristica di possedere un prezzo accessibile a tutti contribuì a farlo divenire il simbolo del proletariato, durante le rivolte studentesche del 1968; per estensione, negli anni successivi, chi portava l’eskimo era identificato come militante o simpatizzante di sinistra, similmente a quanto avvenne in seguito per la kefiah palestinese.
Gilet imbottito
Nasce in ambito sportivo, particolarmente nel golf, canottaggio, vela, corsa e sci nautico, ovvero in tutte quelle discipline che necessitano la libertà di movimento delle braccia e contemporaneamente una protezione del corpo. Infatti esso è sprovvisto di maniche e solitamente indossato sopra la giacca o il cardigan, e sotto l’impermeabile. Gli stessi golfisti ne fanno uso sopra il golf, e sotto il Kway.
Barbour
Risulta essere il tipico modello di origine inglese e che divenne in “auge” negli anni ’90. I colori classici del barbour sono il verde militare e il blu petrolio e la loro caratteristica principale è quello di essere al 100% impermeabile, in quanto la parte esterna ha un rivestimento in cera. Tale rivestimento poteva essere abbinato al giubbotto ogni qualvolta finiva l’effetto dell’impermeabilità. Il barbour nasce come giubbotto adatto per lo spot dell’equitazione e infatti anche la sua vestibilità risulta idonea a chi praticava questo sport: sono dotati di bottoni sui fianchi in modo da poterlo sbottonare anche il sella al cavallo. Il barbour può rendersi più caldo con l’aggiunta di un gilet in pelo sintetico che si aggancia facilmente all’interno con dei pratici bottoni. Al contrario, resta un modello non particolarmente caldo.